di Serena Moriondo
Il "DL aiuti", il nuovo decreto varato a inizio mese dal Consiglio dei Ministri per supportare i vari settori dell’economia colpiti dalla crisi energetica, stabilisce che il ministero della Difesa e i terzi concessionari dei beni del demanio militare possono costituire comunità energetiche "anche con altre pubbliche amministrazioni centrali e locali". L’impianto che servirà queste speciali comunità potrà avere una potenza superiore a 1 MW, e, ciò nonostante, accedere agli incentivi del PNRR, anche per la quota di energia condivisa da impianti e utenze di consumo non connesse sotto la stessa cabina primaria.
Il "Renewable energy report 2022 " elaborato dal gruppo Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano indica che, al momento, si contano 26 comunità attive in Italia tutte basate su impianti fotovoltaici con potenza media di 40 kW. Allo stesso tempo, il Gse ha finora ricevuto 37 istanze di accesso agli incentivi (dati aggiornati al 2 maggio), di cui 13 comunità rinnovabili e 24gruppi di autoconsumatori. Più di metà delle istanze arrivano da Lombardia, Piemonte e Veneto. Questo interessante modello di sviluppo sostenibile è sostenuto dal PNRR con 2,2 miliardi di euro di incentivi. Al momento però, nonostante il cronoprogramma preveda una spesa di 100 milioni per il 2023, è tutto fermo poiché si attende la pubblicazione dei provvedimenti attuativi del decreto legislativo di recepimento della direttiva RED II, una delibera Arera e un decreto del Mite.
Lo studio del Politecnico si pone l’obiettivo di analizzare e interpretare le principali novità del mercato delle energie rinnovabili in Italia, a partire dall’analisi dall’andamento delle nuove installazioni di impianti FER e della penetrazione di energia da fonte rinnovabile nel mix di generazione elettrica. Particolare attenzione viene data all’aumento dei prezzi verificatosi nell’ultimo semestre in Italia e nei principali Paesi europei, approfondendo il ruolo delle fonti rinnovabili in questo contesto e le misure auspicabili per ridurre il peso del prezzo del gas. Il report presenta inoltre gli sviluppi normativi avvenuti nell’ultimo anno e le norme attese nel breve periodo, sottolineando l’impatto che questi potranno avere nella realizzazione degli obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione.
Secondo l’analisi del report (vd potenza complessiva installata in Italia, figura a lato), è necessario incrementare in modo significativo il tasso di installazione. Per centrare l’obiettivo di 125-130 GW di rinnovabili entro il 2030, infatti, è necessaria una decisa accelerazione: per quanto riguarda l’eolico bisognerà aumentare i quattro volte il tasso di installazione attuale, passando da 0,38 GW all’anno a 1,75 GW. Ancora maggiore deve essere la crescita del fotovoltaico che deve passare da 0,73 GW all’anno a 5,6 GW all’anno. Senza quest’accelerazione, l’Italia non potrà raggiungere gli obiettivi di produzione di energia rinnovabile fissati per il 2030.
Per maggiori informazioni link: Rete dei Comuni sostenibili