di Serena Moriondo
Tra le eredità che varrebbe la pena considerare, in relazione a ciò che ci ha lasciato questa esperienze pandemica, non ancora conclusa, nel quadro di una riflessione sul futuro della città, del territorio, dell’ambiente, del paesaggio e delle relative culture progettuali, c’è il possibile riconfigurarsi del rapporto della società con il corpo e la malattia e di questi con lo spazio urbano e territoriale.
Qualche architetto ritiene che gli ospedali del futuro saranno più simili a degli aeroporti. C’è invece chi sostiene che saranno “ospedali a tempo”.
Nella nota non vi proponiamo un modello ma una riflessione su questo tema, offrendovi la conoscenza di cinque casi a livello internazionale, pareri di esperti ma, soprattutto, cosa significa accettare obiettivi sfidanti per le organizzazioni e le strutture sanitarie, in che condizioni sono gli ospedali italiani e come costruire quelli nuovi previsti dal PNRR.
In sostanza, segnaliamo come - sotto la spinta dell’impatto della pandemia e delle politiche ambientali ed energetiche di livello europeo - tutto ciò che riguarda la salute e le strutture in grado di garantirla sono tornate ad essere per molti esperti di diverse discipline (e dovrennero esserlo anche per la politica), un tema di rilievo e così gli spazi urbani delle città.
Link: Come_pensare_al_futuro_senza_prevederlo_-_Moriondo_23082022_.pdf
Link: Rapporto annuale sui beni immobili delle Amministrazioni Pubbliche - MEF (2018)