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Foto collage climate scenarios global climate reports NOAA image landscapes 702x336Negli ultimi anni si è registrato nel mondo un forte aumento degli eventi estremi dipendenti dai mutamenti del clima, con un corrispondente incremento dei rischi idro-geologici causato dalla variazione nella frequenza e nell’intensità delle precipitazioni. Gli impatti hanno riguardato non solo l’ambiente e la salute, ma anche l’economia. Secondo il Centre for Research on the Epidemiology of Disasters (CRED) tra il 1998 e il 2017 gli eventi idro-geologici, in particolare frane e alluvioni, hanno provocato nel mondo oltre 160.000 vittime, con perdite economiche stimate intorno ai 660 miliardi di dollari (UNISDR-CRED, 2018).

L’Agenzia europea per l’ambiente ha sottolineato la rilevanza delle perdite causate dagli eventi climatici estremi soprattutto per i Paesi maggiormente esposti, tra cui l’Italia. Tra il 1980 e il 2020, gli estremi climatici hanno causato perdite economiche per un totale stimato di 487 miliardi di EUR negli Stati membri dell'UE-27. Sebbene l'analisi dell'andamento delle perdite economiche sia difficile, in parte a causa dell'elevata variabilità di anno in anno, gli estremi climatici stanno diventando più comuni e, senza un'azione di mitigazione, potrebbero comportare perdite ancora maggiori nei prossimi anni (Link: https://www.eea.europa.eu/ims/economic-losses-from-climate-related).

Copertina Banca dItalia studio impatto cambiamenti climatici sulleconomiaIn questo contesto estremamente critico, la Banca d'Italia  - con la nuova serie della collana "Questioni di economia e finanza" -  ha pubblicato a ottobre la sintesi dei risultati di un progetto di ricerca molto interessante che riguarda "Gli effetti del cambiamento climatico sull'economia italiana".

Il progetto si compone di 17 lavori di ricerca che:

(a) misurano l'impatto delle variazioni climatiche sulle attività economiche, in particolare quelle più esposte come l'agricoltura e il turismo;

(b) analizzano alcune delle politiche per l'adattamento e la mitigazione, tra cui le semplificazioni del regime autorizzativo per gli investimenti in rinnovabili, le misure volte a correggere alcune imperfezioni informative nei mercati assicurativi e gli schemi di carbon pricing.

Nelle 125 pagine del documento sono riportati focus specifici su quanto i cambiamenti climatici determinano effetti sulla ricerca di case; l'impatto sulle performance degli studenti, e non solo; gli aspetti che riguardano gi infortuni sul lavoro in relazione all'inquinamento; in che modo aiutare la decarbonizzazione attraverso la semplificazione autorizzativa e diffusion delle rinnovabili in Italia; diventare green nel settore auto; l’offerta di credito nel settore degli investimenti sostenibili e molto altro.

Mettiamo in evidenza due aspetti:

  1. Per quanto riguarda la demografia d'impresa in relazione ai cambiamenti climatici, il Sistema Locale del Lavoro (SLL) è definito come l’unità geografica che contiene al proprio interno la maggior parte dei flussi di pendolarismo fra casa e lavoro ed  è  l’unità territoriale in cui la popolazione esercita la maggior parte delle relazioni sociali ed economiche e le imprese partecipano al mercato del lavoro, pertanto l’unità di osservazione più granulare e appropriata per indagare fenomeni economici come quelli che il paper si propone di approfondire. I SLL con una maggiore frequenza di temperature estreme, a differenza di quanto si potrebbe immaginare,  non sono interamente concentrati nel Sud Italia, mediamente più caldo, ma si possono ritrovare anche in alcune zone del Centro e Nord Italia, in particolare la Toscana e vasti tratti della Pianura Padana. I SLL montuosi sono ovviamente meno interessati dal fenomeno delle ondate di calore. Le ondate di calore si rivelano un fattore importante nello spiegare l’evoluzione della demografia d’impresa, anche nel confronto con gli altri eventi atmosferici, in settori come l'agricoltura, le costruzioni, la manifattura e il commercio. I risultati, inoltre, suggeriscono che alcune imprese riescono a mettere in pratica meccanismi di adattamento che comportano un miglioramento dei risultati di impresa. Scomponendo l’analisi in base alla dimensione aziendale, emerge una sostanziale eterogeneità: se le temperature sono associate positivamente alla crescita di ricavi, produzione e attivo per le medie e grandi imprese, esse mostrano invece una relazione negativa per le imprese con meno di dieci addetti, che riducono gli investimenti nel lungo periodo. Questo risultato indica una differente resistenza ai cambiamenti climatici tra aziende, suggerendo che il riscaldamento globale potrebbe stimolare una riallocazione delle quote di mercato all’interno del tessuto produttivo. Questi risultati potrebbero avere implicazioni rilevanti per le politiche economiche. La forte eterogeneità territoriale degli effetti delle temperature estreme sull’entrata e l’uscita delle imprese potrebbe in prospettiva acuire divari territoriali già esistenti e peggiorare il livello occupazionale e le condizioni di lavoro in diverse realtà del Paese.
  2. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ogni anno nel mondo si verificano circa 320 milioni di infortuni non mortali sul lavoro e due milioni di lavoratori perdono la vita. Tali incidenti causano perdita di capitale umano e di competenze lavorative, con gravi ripercussioni economiche e sociali. Data la rilevanza degli infortuni sul lavoro, un’ampia letteratura ne ha analizzato le cause. Benché il ruolo dei processi produttivi e della regolamentazione sia stato ampiamente dimostrato, quello svolto dall’inquinamento è molto meno conosciuto. Lo studio della Banca d'Italua si concentra sugli effetti della qualità complessiva dell’aria, che in Italia continua a non essere conforme con i limiti posti dalle normative comunitarie. Un numero crescente di studi epidemiologici ed economici dimostra che l’esposizione a breve termine a un’elevata concentrazione di inquinamento, in particolare CO e PM10, non solo aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e polmonari, ma ha anche impatti significativi sull’attività cerebrale, alterando la concentrazione e la prontezza mentale. Sul lavoro, questi meccanismi fisiopatologici possono portare a disturbi della memoria, affaticamento, perdita di concentrazione, e deficit di attenzione con un aumento dei rischi di malattie professionali, infortuni, morti sul lavoro. Il campione esaminato nello studio, suddiviso per settore economico, distingue anche tra settori all’aperto e al chiuso: nel primo caso un aumento degli agenti inquinanti causa almeno l’11% di infortuni in più; nel secondo caso l’aumento sarebbe di almeno il 4%. L’effetto stimato è quindi più ampio per le lavoratrici e i lavoratori che trascorrono la maggior parte delle loro attività all’aperto, come avviene, ad esempio, nel settore edile e nella manutenzione del territorio. Oltre alla perdita di vite umane, come dicevamo, vi è anche un costo sociale: in Italia, come in molti altri paesi, le imprese, di norma, sostengono le spese di indennizzo (relativamente al salario erogato) per gli infortuni meno gravi, cioè quelli con congedi per malattia inferiori a quattro giorni, mentre i costi degli infortuni più gravi sono indennizzati da dall'INAIL e sono a carico della comunità che paga le tasse. Ne consegue che, oltre all’operatore pubblico, anche le imprese private (incluse quelle che non inquinano) dovrebbero essere interessate a investire in sicurezza legata alla riduzione dell’esposizione agli inquinanti atmosferici che sono responsabili della qualità dell’aria, in particolare delle polveri sottili come il PM10.

Gli studi condotti evidenziano, dunque, che i cambiamenti climatici hanno importanti conseguenze negative sull'attività economica, diffuse tra i settori ma maggiori in quelli più esposti e suggeriscono inoltre che appropriate politiche di mitigazione e adattamento possono limitare gli effetti negativi di questi cambiamenti.

Link: Rapporto Banca d'Italia Gli effetti del cambiamento climatico sull'economia italiana

Per la Redazione - Serena Moriondo