di Serena Moriondo
L’opinione secondo cui l’impresa ha una dimensione etica, oltre a una dimensione economica e giuridica, è oggi ampiamente accettata. Tuttavia, ancora oggi - sostengono gli esperti - non non vi è accordo sulla natura di tale dimensione, e non è una questione, per così dire, di lana caprina.
Un modo per determinare che cosa è una impresa socialmente responsabile sarebbe quello di interrogarsi su quale sia lo scopo dell’impresa oggi. La questione è piuttosto complessa, ci limitiamo a sottolineare che sempre più alle imprese è richiesto non soltanto di non produrre danni alla società, ma di contribuire direttamente al suo benessere.
Pertanto, si richiede che esse non si limitino a rispettare la legge ma che, ad esempio, siano in grado di riorientare i flussi di capitali verso un’economia più sostenibile; siano in grado di gestire i rischi finanziari derivati dai cambiamenti climatici, dall’esaurimento delle risorse e dalle questioni sociali; rafforzino la trasparenza nella misurazione e nella comunicazione delle performance di sostenibilità.
Insomma, un notevole cambiamento anche in termini di responsabilità d’impresa.
Un interessante saggio di tre esperti in tema di organizzazione aziendale e salute - L.Cernigliaro, A. Martiny, P. Buscemi - illustra il Report “The Business of Health Equity: The Marmot Review For Industry”, pubblicato ad aprile di quest'anno dall’Institute of Health Equity diretto dal prof. Michael Marmot (University College of London). Il documento affronta il tema dell’impatto sulla salute delle disuguaglianze nelle condizioni sociali, economiche e ambientali, i cosiddetti determinanti sociali di salute, approfondendo il ruolo svolto dal mondo delle imprese.
Vedremo insieme che molti dei concetti contenuti nel Report non sono nuovi. Li troviamo tra gli elementi fondanti dell’azione unitaria del Sindacato italiano e in particolare della CGIL, tra gli anni '60 e '80 del Novecento.
In memoria della scomparsa del prof.Ivar Oddone, medico, docente di psicologia del lavoro, uomo d’azione e sperimentatore nel campo della medicina del lavoro, proponiamo una riflessione su questi temi facendo un collegamento tra l'esperienza sindacale italiana del Novecento con i più recenti studi svolti dal prof. Marmot, studi particolarmente importanti in quanto realizzati nel Regno Unito, in un momento storico assai complesso nel quale si è registrato un aumento delle disuguaglianze di salute a causa di un decennio di politiche di austerità già prima della pandemia.
Link:La_salute_non_si_vende_In_ricordo_di_Ivar_Oddone-_Moriondo_24102022_def_.pdf
* Foto in homepage Senecio di Paul Klee