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Copertina Rapporto ASviS Territori e OSS

Il 15 dicembre è stato reso pubblico il Rapporto ASviS 2020 “I Territori e gli Obiettivi sullo Sviluppo Sostenibile” in concomitanza con il 50esimo anniversario della nascita delle Regioni. Si tratta della prima pubblicazione che, attraverso indicatori statistici, misura e analizza il posizionamento di regioni, province e città metropolitane, delle aree urbane e dei comuni, rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Il Rapporto permette di comprendere il posizionamento delle diverse aree del Paese nel raggiungimento alla sostenibilità economica, sociale e ambientale e sensibilizza verso quello che è stato definito il processo di “territorializzazione dell’Agenda 2030”.
Senza il coinvolgimento dei diversi territori (regioni, province, città e aree interne), infatti, il raggiungimento degli Obiettivi ONU rischia di non realizzarsi.
Il documento suddiviso in 9 capitoli e 178 pagine complessive, offre anche un focus sulle disuguaglianze territoriali, con particolare attenzione al Sud e alle aree interne, e presenta le proposte elaborate dall’ASviS alla luce delle linee guida del PNRR (Piano nazionale di Resilienza e Rilancio). Il Rapporto si conclude con la segnalazione di 44 casi concreti di buone pratiche.

Voluntary local review (VLR) promosse dall’ONU e European handbook for SDG Voluntary local reviews (2020) del JRC della Commissione europea. Rapporti UCLG, OCSE ed Eurocities.

Come parte integrante delle attività per il raggiungimento degli OSS, l’Agenda 2030 incoraggia gli Stati a condurre revisioni regolari dei progressi raggiunti a livello nazionale e subnazionale. Tali revisioni sono chiamate Voluntary Local Review (VLR). Il Rapporto, nel segnalare alcune esperienze internazionali, specifica che nel database delle Nazioni Unite ne sono state rese disponibili solo 32 tra le quali, al momento, non compare alcuna città italiana.

Ventuno Buone pratiche internazionali di metropoli (New York, Buenos Aires, Copenaghen), Regioni (Paesi Baschi, Reno Wesfalia) e piccoli centri (Shimokawa in Giappone e Kópavogur in Islanda).

Per prendere visione di tutte le revisioni inviate negli anni 2018-2019-2020, consigliamo di visitare il sito del Dipartimento per gli affari economici e sociali, sezione Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite al link: https://sdgs.un.org/topics/voluntary-local-reviews).
Ispirandosi ad alcune esperienze virtuose già avviate, l’Europa ha pubblicato il Manuale “European Handbook for SDG Voluntary Local Reviews” che identifica i quattro passi fondamentali per intraprendere la territorializzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile:
▫︎ avviare un processo inclusivo che coinvolga tutti gli stakeholder interessati;
▫︎ stabilire un’agenda locale;
▫︎ pianificare l’implementazione degli OSS a livello locale con indicatori e Target;
▫︎ monitorare l’andamento degli Obiettivi.

Lo stato di attuazione delle Strategie regionali per lo sviluppo sostenibile (bandi del Ministero dell’Ambiente). Solo il Veneto l’ha approvata definitivamente.

Sia le Strategie regionali che le Agende metropolitane si devono collocare nell’ambito della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) approvata con delibera CIPE del 22 dicembre 2017, di durata triennale ed ora in corso di aggiornamento.
L’unica regione ad avere approvato la propria strategia regionale è la Regione Veneto (deliberazione n. 80 del 20 luglio 2020 del Consiglio regionale). Altre regioni, pur non avendo ancora una Strategia regionale approvata, hanno definito (con approcci differenti) il sistema degli obiettivi regionali e delle azioni prioritarie, procedendo a un allineamento dei documenti di programmazione regionali con gli obiettivi della Strategia di sviluppo sostenibile (pag.15 del Rapporto). Il quarto capitolo, in particolare,  contiene un elenco di indici statistici elementari e una scheda per ogni regione e provincia autonoma,  che illustra il loro andamento rispetto alla situazione degli OSS a livello nazionale e la distanza dai target quantitativa individuati per il 2030 o il 2050.

Lo stato di attuazione delle Agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile (bando Ministero dell’Ambiente) e i Piani strategici metropolitani fortemente correlati con le Agende in corso di definizione.

immagine CM obiettivo 11L’8 giugno 2017 i Sindaci delle Città metropolitane avevano firmato la Carta di Bologna per l’Ambiente che prevedeva anch’essa l’elaborazione delle Agende metropolitana e in seguito alla quale solo la Città metropolitana di Bologna aveva provveduto in tal senso. Nel corso del 2020 tutte le CM hanno avviato il cammino di elaborazione della propria Agenda metropolitana (pag.16 del Rapporto).
I Piani strategici, altro strumento importante delle Città metropolitane, sono fortemente correlati alle Agende per lo sviluppo sostenibile in corso di elaborazione. Con tempi e metodi diversi, tutte le Città metropolitane stanno seguendo questa impostazione (pag.18 del Rapporto).

Sperimentazione in 20 Comuni per la coerenza tra programmazione (il Documento unico di programmazione - DUP), gestione (il bilancio) e la valutazione degli effetti (attraverso il BES verso gli SDGs) nel 2018-2019.

Gli atti di programmazione dei Comuni che chiamano in causa la sostenibilità come paradigma dello sviluppo locale sono due: la programmazione strategica basata sul Documento unico di programmazione (DUP) e, a valle, la valutazione delle politiche effettuate. Sia la programmazione che la valutazione sono processi complessi perché hanno implicazioni che vanno oltre l’adempimento delle normative ed entrano in scelte che sono connotate da idee ed indicazioni - date dai decisori e dai responsabili - che orientano gli ordini di priorità.
Tra la programmazione e la valutazione si colloca la gestione, che ha come momento cardine l’esplicitazione delle scelte programmate attraverso l’assegnazione delle risorse, formalizzate nel documento di bilancio. Il Benessere equo e sostenibile (BES) fornisce un insieme di dati che consentono di rappresentare quanto un territorio sta bene, attraverso 130 indicatori, che illustrano 12 domini rilevanti. Nel corso del 2018-19, una ventina di Comuni italiani hanno lavorato (accompagnati lungo un percorso sperimentale predefinito) per mettere in contatto gli indicatori del BES con lo strumento della programmazione cioè il DUP. La sperimentazione è consistita nella creazione di una coerenza tra programmazione (il DUP), gestione (il bilancio) e la valutazione degli effetti (attraverso il BES). (pag.20 del Rapporto)

Il posizionamento dell’Italia rispetto gli OSS.

Immagine icone 17 goals

Emerge, innanzitutto, la varietà di situazioni dei territori italiani rispetto al 17 SDGs, ben al di là della classica divisione tra Nord, Centro e Sud del Paese.
L’Italia non è su un percorso di sviluppo sostenibile, inoltre, l’analisi sull’impatto della crisi da COVID-19 sui diversi OSS mostra risultati impressionanti: sui 12 Goal per i quali si hanno elementi di valutazione sufficienti, c’è un miglioramento in soli tre casi e un peggioramento negli altri nove. 

In vista della predisposizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) l’Alleanza -  di cui fa parte, lo ricordiamo, anche l’Associazione Nuove Ri-Generazioni - ha avanzato alcune proposte:

  • coordinare il PNRR, mettere a sistema le molteplici misure settoriali e assumere la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS), in corso di aggiornamento, come scenario al 2030;
  • costruire i sistemi di monitoraggio sulla base dei Goal dell’Agenda 2030 e dei relativi Target i quali dovranno essere assegnati in modo differenziato alle Regioni e ai territori per stimolare un percorso di convergenza verso gli Obiettivi al 2030;
  • assicurare il forte coinvolgimento delle Regioni, delle Province, delle Città metropolitane, dei Comuni e delle loro Unioni nel disegno e nell’attuazione del PNRR;
  • predisporre una Agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile, come articolazione della Strategia nazionale, con un forte ruolo di coordinamento da parte del Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu) opportunamente riformato;
  • dare continuità anche per i prossimi anni (2021-2027) alla Strategia nazionale per le aree interne (SNAI);
  • definire le nuove procedure che il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), che deve essere la cabina di regia del PNRR, adotterà per valutare gli investimenti con uno strumento per il controllo di sostenibilità dei singoli progetti.

link: https://asvis.it/public/asvis2/files/Pubblicazioni/RAPPORTO_ASviS_TERRITORI_2020.pdf

Per la Redazione - Serena Moriondo