Il 30 dicembre il Dipartimento Sviluppo Sostenibile del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), ha approvato la graduatoria di 192 progetti nell’ambito della Missione 2, Componente 1 del PNRR, che prevede la realizzazione di progetti “faro” di economia circolare e, nello specifico, per la meccanizzazione della raccolta differenziata e la creazione di ulteriori strutture di trattamento dei rifiuti.
Nel dettaglio, le risorse complessive del PNRR equivalenti a 600 milioni per le 192 proposte finanziate sono destinate al:
- 60% alle Regioni del Centro-Sud, nonostante abbiano presentato il 30-40% dei progetti totali, che andranno a finanziare 115 proposte
- 40% alle Regioni del Nord, che andranno a finanziare 77 proposte
in base al principio di riequilibrio infrastrutturale.
I progetti ammessi al finanziamento riguardano le filiere della raccolta differenziata e del riciclo di comparti strategici per l’industria italiana. Essi includono interventi per l’ammodernamento degli impianti esistenti e la realizzazione di ulteriori nuovi per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche, elettroniche (RAEE), carta e cartone; la realizzazione di nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti plastici, inclusi i cosiddetti rifiuti marini; infine l'infrastrutturazione della raccolta delle frazioni di tessili pre e post consumo, la realizzazione di nuovi impianti di riciclo tessile e l’ammodernamento di quelli esistenti (Fonte: MASE).
In sostanza le linee di intervento finanziate sono quattro: RAEE, carta e cartone, riciclo materie plastiche e distretti circolari, tessile. Ma le richieste complessive di finanziamento per la filiera dei rifiuti sono state quasi 7 volte superiori ai fondi disponibili raggiungendo i 4 miliardi di euro, di cui oltre 2,5 solo nel comparto riciclo plastica.
Oggi - secondo il 4° Rapporto sull'economia circolare in Italia - è importante sottolineare l’importanza del disaccoppiamento della crescita economica dal consumo delle materie prime vergini, che è l’obiettivo strategico dell’economia circolare e del Green Deal europeo. La conversione verso modelli di produzione e di consumo circolari è sempre più una necessità non solo per garantire la sostenibilità dal punto di vista ecologico, ma per la solidità della ripresa economica, la stabilità dello sviluppo e la competitività delle imprese. I numeri contenuti nel Rapporto allegato, mostrano come le maggiori difficoltà dell’economia italiana (e non solo) siano legate a politiche che hanno sottovalutato le potenzialità e la necessità strategica di un robusto rafforzamento del Paese nel campo dell’economia circolare. Nel 2021 il rimbalzo dell’economia è stato molto più positivo delle aspettative, con una crescita del PIL italiano del 6,6% rispetto al 2020. Ma, inserita nel vecchio modello di economia lineare, questa crescita è andata a sbattere contro il muro della carenza di materie prime. In buona sostanza quello che è mancato è stato, appunto, il disaccoppiamento tra crescita del PIL e uso di materie prime.
A livello globale i numeri sono chiari. Abbiamo sbagliato strada: siamo tornati indietro. Tra il 2018 e il 2020 il tasso di circolarità è sceso dal 9,1 all’8,6% (Circularity Gap Report). Questo andamento negativo dipende dall’aumento dei consumi, che negli ultimi cinque anni sono cresciuti di oltre l’8% (da 92,8 a 100,6 miliardi di tonnellate - Gt), a fronte di un incremento del riutilizzo di appena il 3% (da 8,4 a 8,6 Gt).
Per creare beni e servizi è stato dunque sfondato il muro dei 100 Gt di materie prime consumate in un anno e più della metà di questa enorme massa di materiali è stata impiegata per creare prodotti di breve durata.
Recuperiamo meno del 9% del mare di risorse che ogni anno strappiamo alla Terra. L’uso di materiali sta accelerando a una velocità superiore alla crescita della popolazione: stiamo cioè andando – a livello globale – in direzione opposta a quella indicata dal Green Deal.
In un contesto che, come abbiamo visto, è negativo sotto il profilo dell’economia circolare, l’Italia è riuscita a contenere i danni e migliorare alcuni indicatori di circolarità meglio di altri Paesi.
Inoltre nell’ultimo decennio - anche a causa della delocalizzazione di alcune produzioni, fatto di per sè non positivo - l’Europa ha registrato una diminuzione dell’uso di materie prime e in Italia la riduzione pro capite è stata la maggiore tra i Paesi considerati: il 36%.
Segue la Spagna con il 27%. Gli altri tre Paesi analizzati hanno registrato una diminuzione dei consumi per abitante compresa tra il 16 e il 17%.
Link: 4° Rapporto sull'Economia Circolare in Italia 2022
Graduatorie approvate dalla Commissione istituita dal MiTE (ora MASE):
Decreto dipartimentale n_209_del_29_12_2022_Graduatoria definitiva Linea d'Investimento 1.2A “Ammodernamento (anche con ampliamento degli impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche c.d. RAEE comprese pale di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici”
67, su 73 proposte, i progetti ammessi al finanziamento di 150 milioni di euro. Di questi 22 sono localizzati al Nord e 45 al Centro-Sud.
Decreto dipartimentale n_210_del_29_12_2022_Graduatoria definitiva_Linea d'Investimento 1.2B “Ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei rifiuti in carta e cartone”
76 sono i progetti ammessi ma solo 70 potranno usufruire dei fondi, a causa dell’esaurimento dei 150 milioni di euro. Di questi 25 sono localizzati al Nord e 51 al Centro-Sud.
Decreto dipartimentale n_211_del_29_12_2022_Graduatoria definitiva_Linea d'Investimento 1.2C “Realizzazione di nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclo meccanico, chimico, Plastic Hubs) compresi i rifiuti di plastica c.d. Marine litter”.
108 sono i progetti ammessi ma solo 32 potranno usufruire dei fondi, a causa dell’esaurimento dei 150 milioni di euro. Di questi 37 sono localizzati al Nord e 71 al Centro-Sud.
Decreto dipartimentale n_212_del_29_12_2022_Graduatoria definitiva_Linea d'Investimento 1.2D “Infrastrutturazione della raccolta delle frazioni di tessili pre-consumo e post-consumo, ammodernamento dell’impiantistica e realizzazione di nuovi impianti di riciclo delle frazioni tessili in ottica sistemica c.d. Textile Hubs”.
23 sono i progetti ammessi al finanziamento dei 150 milioni di euro. Di questi 13 sono localizzati al Nord e 10 al Centro-Sud.
Per la Redazione - Serena Moriondo