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Europe Map FlagsNegli ultimi giorni si sta parlando molto della possibilità che il Governo Draghi introduca ulteriori misure restrittive per contenere la pandemia da Coronavirus dettata dalla diffusione anche in Italia della cosiddetta “variante inglese” del virus, che secondo l’ultima stima dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) rappresenta una percentuale media del 17,8 % del totale dei contagi.

Mentre in Italia si prosegue con la suddivisione delle regioni in 3 fasce di rischio e l’instaurazione di mini zone rosse locali, in Francia è in vigore il coprifuoco dalle ore 18 alle ore 6, i bar e i ristoranti sono chiusi così come cinema, teatri, musei e impianti sciistici. Ai cittadini francesi è consigliato uscire di casa soltanto per motivi di necessità e urgenza improrogabili.La Spagna, invece, ha introdotto un coprifuoco differente da Regione a Regione, ma che inizia verso le 22 o 23 e termina per le ore 6. Anche le restrizioni variano tra i diversi territori: ad esempio, i ristoranti sono chiusi quasi in tutta la penisola ad eccezione di Madrid, nonostante l’elevato numero di contagi registrato nella capitale.La Germania è uno dei primi Stati che ha confermato l’estensione della chiusura totale fino al 7 marzo, in seguito alla sua introduzione ancora prima del periodo natalizio. Anche nel Regno Unito, di fatto, è stato introdotto una sorta di lockdown nonostante il territorio sia stato diviso in base all’andamento epidemiologico locale. Dall’inizio di gennaio, gran parte dell’Inghilterra si trova nella fascia di rischio epidemiologico più alta e ciò significa che i cittadini devono rispettare delle regole molto rigide. Infine, è interessante analizzare la scelta del Governo dei Paesi Bassi, che aveva introdotto un coprifuoco dalle ore 21 alle ore 4:30 del mattino che è stato revocato dal Tribunale dell'Aia in quanto illegale. Tuttavia, in seguito al ricorso del Governo e in attesa dell’udienza di appello (fissata per venerdì 19 febbraio), il coprifuoco resterà in vigore. I negozi di beni non essenziali sono chiusi, così come sono chiusi bar, ristoranti e scuole superiori.

È interessante notare che queste misure variano e hanno variato in modo significativo in intensità, con alcuni Paesi che hanno annunciato misure rigorose all'inizio del ciclo pandemico, mentre altri hanno adottato un approccio meno restrittivo. Alcuni studiosi si sono chiesti: perché i Paesi hanno reagito in modo così marcatamente diverso?

THE ‘GREAT LOCKDOWN’ AND IT DETERMINANTS è un articolo di Massimiliano Ferraresi, Christoi Kotsogiannis, Leoncio Rizzo, Riccardo Secomandi, pubblicato il 20.10.2020 su PMC US National Library of Medicine National Institutes oh Haealts attraverso il quale, i ricercatori spiegano come i Paesi, fino ad ora, abbiano sperimentato la pandemia con intensità diversa in periodi diversi differenziando la loro risposta. Per valutarla è stato fatto uno studio sugli eventi e la rigorosità della risposta, nel periodo dal 1 ° gennaio 2020 al 20 aprile 2020, in 132 Paesi per i quali sono disponibili dati. Questo documento identifica il ruolo dei fattori politici, economici e istituzionali nello spiegare la tempistica e l'intensità delle misure intraprese.

Svariati studi hanno iniziato a indagare le determinanti del distanziamento sociale, identificando variabili come aspettative per la durata dell'autoisolamento e fiducia nella scienza (Briscese et al., 2020), differenze nella percezione del rischio (Alcott et al., 2020 ), affiliazione politica (Alcott et al., 2020, Painter and Qiu, 2020), responsabilità e fiducia sociale (Oosterhoff e Palmer, 2020, Bartscher et al., 2020).

Ciò che emerge dall'analisi empirica di questo studio è, forse non a caso, che le caratteristiche istituzionali di una nazionale giocano un ruolo chiave nel definire l'atteggiamento e la risposta del Paese verso l'attuazione delle misure di lockdown. In particolare, è stato dimostrato che Paesi caratterizzati da bassa stabilità politica; basso livello di sviluppo; basso livello di digitalizzazione; alto grado di decentramento; economia chiusa, e collocati in una fase non pre-elettorale del proprio mandato, hanno adottato misure meno rigorose di altri.

Comprendere i determinanti delle misure restrittive è importante così come lo sono i fattori per il successo delle risposte pandemiche. In altre parole questa esperienza, da cui non usciremo come ci siamo entrati, dovrebbe farci riflettere sulle scelte da adottare non solo in relazione alla risposta sanitaria.

In particolare, in Italia, la pandemia da Covid-19 dovrebbe averci insegnato che, in primo luogo, non aver pensato a proteggere chi avrebbe dovuto combatterla è stato un atto di irresponsabilità grave; che il regionalismo differenziato è una assurdità; che i nostri ospedali, soprattutto in rapporto all’assistenza territoriale, sono da ripensare; che dobbiamo riflettere sull’importanza dei rapporti sociali a proposito di malattie e rendere strutturale e non episodica la capacità di risposta al più complesso scenario epidemiologico e sociale che si manifesterà in futuro, che riguarderà tanto gli anziani quanto le giovani generazioni.

E' noto, infatti, che mentre il maggior numero di decessi da Covid-19, fino ad ora, ha riguardato soprattutto le persone anziane (l’età mediana dei casi deceduti è risultata pari a 82 anni, fonte: ISS), l’emergenza sanitaria ha evidenziato la necessità urgente di un coordinamento più efficace tra Ospedali e Territorio in tema di salute mentale, con la necessità di potenziare il servizio di supporto psicologico per le difficoltà emotive, ad esempio, che stanno vivendo i bambini e gli adolescenti, esacerbate dallo stress familiare, dall'isolamento sociale, aumento degli abusi sessuali, adescamento on line e violenza domestica, istruzione interrotta e incertezza sul loro futuro,  difficoltà che si stanno verificando nei momenti più delicati del loro sviluppo emotivo e delle relazioni sociali.

Quest’analisi può dare un prezioso contributo a orientare l’azione - sia nella futura programmazione pubblica sia nella contrattazione territoriale - in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Per la Redazione - Serena Moriondo