Segnaliamo due libri:
il primo è scritto da una scrittrice internazionale, Chimamanda Ngozi Adichie intitolato "Dovremmo essere tutti femministi", illustrato da Bianca Bagnarelli, edito da Einaudi, 2021. Chimamanda è nata nel 1977 in Ngeria, Africa. Oltre ad essere una grande scrittrice e un punto di riferimento per un'intera generazione, Chimamanda è diventata la voce del femminismo ed è schierata in difesa dell'uguaglianza e dei diritti umani in tutto il mondo.
" I maschi e le femmine sono indiscutibilmente diversi sul piano biologico, ma la socializzazione accentua le differenze. Prendiamo l'esempio della cucina. In generale, è più probabile che siano le donne a sbrigare le facecnde di casa: cucinare e pulire. Ma qual'è il motivo? E' perchè le donne nascono con il gene della cucina o perchè sono state educate a credere che cucinare sia un loro compito? Il problema del genere è che prescrivere come dovremmo essere, invece di riconoscere come siamo. Passiamo troppo tempo a insegnare alle ragazze a preoccuparsi di cosa pensano i ragazzi, a essere ambiziose ma non troppo, a puntare al successo ma non troppo, altrimenti saranno una minaccia per gli uomini. Allo stesso tempo facciamo un grave torto ai maschi educandoli ad avere paura della debolezza, della vulnerabilità. Spingendoli a credere di dover essere dei duri, li rendiamo fragili. In questo modo il genere ci inchioda a dei ruoli prefissati che spesso non ci rispecchiano. E se ci concentrassimo sulle capacità e sugli interessi invece che sul genere? Quanto saremmo più felici, quanto ci sentiremmo più liberi di essere chi siamo veramente?
Questo libro è pensato per diffondere il messaggio femminista tra le generazioni più giovani. Perchè se è arrivato il momento di progettare un mondo diverso, più giusto, un uomo di donne e uomini più fedeli a sè stessi, ecco da dove cominciare: dobbiamo cambiare quello che insegniamo alle nostre figlie. E dobbiamo cambiare anche quello che insegniamo ai nostri figli.
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Il secondo libro, intirolato "Stai zitta" è uno dei numerosi libri della scrittrice italiana, Michela Murgia, nata nel 1972. Questo libro, edito da Einaudi nel 2021, è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un'ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice più nessuno.
" Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. E' una morte civile, ma non per questo fa meno male. E' con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Per ogni dislivello di diritti che le donne subicono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutiano di chiamarci avvocata, sindaca o architetta perchè altrimenti "dovremmo dire anche farmacisto". Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di fare una risata, di scopare di più, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta."
Per la Redazione - Serena Moriondo