Nel corso dell’iniziativa “Un libro tira l’altro” del Quotidiano on line IL DIARIO DEL LAVORO, il 12 gennaio è stato presentato il volume “Quel Mondo Diverso” di Fabrizio Barca ed Enrico Giovannini. Tra gli ospiti anche il Presidente dell’Associazione Nuove Ri-Generazioni.
Di Gaetano Sateriale
Quello di Fabrizio Barca ed Enrico Giovannini è un libro ricco di contenuti e molto utile per chi vuole capire la crisi e dare una mano a innescare un nuovo modello di sviluppo. Gli autori sono infatti a capo di due Associazioni fra le più attive nel sollecitare una svolta nelle politiche economiche e sociali: l’ASviS, Alleanza per lo sviluppo sostenibile e il Forum DD, sulle disuguaglianze e diversità.
Barca e Giovannini ricostruiscono prima di tutto le origini delle crisi economiche degli ultimi venti anni, effetto del liberismo trionfante (dopo la caduta del muro) che attribuisce alle sole dinamiche di mercato il compito di creare ricchezza e distribuirla. La disuguaglianza crescente nella distribuzione del reddito generata dal “libero mercato” è essa stessa foriera di tracolli del sistema economico e finanziario, di crisi sociali, di un impatto sempre più devastante dell’economia capitalistica con le condizioni del pianeta.
Gli autori non lesinano critiche alla politica, anche a sinistra. Per l’incapacità manifesta di opporsi, anche nel nostro Paese, all’ideologia dominante e a rappresentare i bisogni e gli interessi dei cittadini. Solo l’Unione Europea di Ursula von der Leyen sembra volersi opporre al dominio liberista e avviare uno sviluppo economico più social e più green con indirizzi precisi e risorse tra le più consistenti dalla nascita dell’EU. Vincendo su questo anche forti resistenze dei poteri economici tedeschi.
Ma il libro di Barca e Giovannini va oltre l’analisi, indicando sia i contenuti che il “metodo” con cui in Italia è necessario e urgente cambiare il modello di sviluppo economico e sociale e consolidare una democrazia a forte rischio involutivo. Superare le disuguaglianze di reddito, di condizioni di vita, territoriali, di genere, di età; partire dalle città e dai territori (dalle aree critiche e dalle potenzialità che contengono); coinvolgere le tante Associazioni civili nate in questi anni per coprire un vuoto di rappresentanza; rendere operativi gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
“Quel mondo diverso”, per nascere, ha bisogno anche di maggiore partecipazione dei cittadini che devono essere ascoltati, coinvolti nelle decisioni da assumere e nelle verifiche da fare sulle azioni intraprese sia a livello nazionale che territoriale.
Ripeto, un percorso ricco, certo complicato, ma pienamente condivisibile. Che va avviato con urgenza. Tenendo conto, questa è una mia opinione, che l’Italia è un paese composito (per non dire scomposto) non solo dal punto di vista sociale ed economico ma anche istituzionale e amministrativo. Ricostituire la filiera della governance (tra stato centrale, regioni, città metropolitane, aree vaste, città di media dimensione, piccoli comuni, borghi, aree interne) è indispensabile se si vogliono impiegare in maniera coerente e non sprecare i fondi europei. A questo urgente lavoro di sollecitazione e ricucitura è molto interessata anche la nostra Associazione Nuove Ri-Generazioni con i suoi progetti territoriali. Sarebbe auspicabile che anche le organizzazioni sindacali nel loro insieme assumessero questo ruolo di catalizzatori territoriali per la ripresa e il lavoro.
Link: https://youtu.be/cOJPpiHqT4c
Per la Redazione - Serena Moriondo