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Dal 3 al 14 giugno si terrà a Ginevra la 112a sessione della Conferenza internazionale del lavoro. Oltre 5000 rappresentanti governativi, dei datori di lavoro e delle lavoratrici e dei lavoratori di 187 Stati membri dell’ILO parteciperanno alla riunione annuale.

All'ordine del giorno figurano la protezione dei lavoratori contro gli effetti dei cambiamenti climatici e dei rischi biologici, il lavoro dignitoso nell'economia della cura e i principi fondamentali e i diritti sul lavoro. La Conferenza eleggerà anche i membri del Corpo direttivo dell’OIL per il mandato del 2024-27.

La Coalizione mira ad accelerare i progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) sostenendo la giustizia sociale su scala globale.

Tra i punti alla discussione, l'attuazione del programma OIL 2022–23 nel quale si evidenzia come il biennio 2022-2023 sia stato un biennio di cambiamento e adattamento. Il mondo del lavoro è stato colpito dagli effetti di innumerevoli sfide interconnesse, che vanno dalle ricadute della pandemia di COVID-19, all’aumento del costo della vita, agli eventi meteorologici estremi, all’instabilità e ai conflitti geopolitici fino all’incombente crisi del debito globale. Nonostante un contesto di crescente fragilità, il mercato del lavoro globale ha mostrato una sorprendente resilienza con una forte crescita dell’occupazione, accompagnata da un calo del tasso di disoccupazione e del divario occupazionale al di sotto dei livelli pre-pandemia.

La decisione assunta nel novembre 2023 di istituire una Coalizione Globale per la Giustizia Sociale riflette l’ambizione dell’OIL di generare maggiori impegni e investimenti politici e di promuovere azioni concrete verso la giustizia sociale e il lavoro dignitoso, a sostegno delle priorità nazionali. La concomitante decisione del Consiglio di Amministrazione di istituire un gruppo di lavoro per preparare il contributo tripartito per il Vertice Sociale Mondiale del 2025 ha aperto ulteriori opportunità all’OIL per promuovere la giustizia sociale come pilastro fondamentale dello sviluppo al pari delle considerazioni economiche e ambientali. Questo rapporto e le informazioni complementari contenute nel dashboard sui risultati del lavoro dignitoso che lo accompagna mostrano progressi in 143 Stati membri e territori ma anche molte ingiustizie nel mercato del lavoro globale ancora da superare.

Sebbene le sfide che l'OIL dovrà affrontare siano molteplici e complesse, il filo conduttore che attraversa il Rapporto è semplice: il progresso verso la giustizia sociale attraverso il lavoro dignitoso è possibile e produce benefici tangibili per le persone e le imprese, in particolare quelle più vulnerabili. Man mano che andiamo avanti, l’ILO dovrà rafforzare l’azione per porre il suo obiettivo generale di giustizia sociale al centro di tutte le politiche nazionali e internazionali.

Ma la chiara e urgente la necessità di una maggiore giustizia sociale può essere affrontata solo attraverso una maggiore solidarietà globale, una maggiore coerenza politica e una migliore cooperazione.

Tra il materiale della Conferenza sul lavoro anche un testo riguardante la "La situazione dei lavoratori dei territori arabi occupati". In conformità con il mandato conferito dalla Conferenza Internazionale del Lavoro, anche quest'anno l'OIL ha inviato una missione per preparare un rapporto sulla situazione dei lavoratori dei territori arabi occupati. Purtroppo, all’inizio di febbraio il Governo israeliano ha comunicato che la missione annuale non poteva essere organizzata. Pertanto, i componenti la missione non hanno potuto visitare la Cisgiordania, Gaza, Israele o il Golan siriano occupato, si sono invece recati ad Amman, in Giordania, dove hanno incontrato i principali interlocutori palestinesi e altri provenienti dai Territori Palestinesi Occupati e con gli elettori della Repubblica araba siriana a Damasco e con la Lega degli Stati arabi e l'Organizzazione araba del lavoro al Cairo. Inoltre, si sono svolte videoconferenze con altri interlocutori, tra cui quelli di Gaza e Cisgiordania, Israele, il Golan siriano occupato e rappresentanti delle Nazioni Unite (ONU) e di altre organizzazioni internazionali e non governative (ONG). Tutti hanno fornito informazioni che hanno guidato la preparazione di questo Rapporto. I mezzi di sussistenza sono distrutti e il lavoro scarseggia. La disoccupazione è ai massimi storici; da ottobre sono andati perduti più di mezzo milione di posti di lavoro a Gaza e in Cisgiordania. Immensi disagi sono stati inflitti alle lavoratrici, ai lavoratori e ai datori di lavoro palestinesi. Ma le sofferenze non sono iniziate nell’ottobre del 2023. Piuttosto, la guerra a Gaza e le sue molteplici ricadute in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, hanno drammaticamente accentuato e amplificato le debolezze strutturali di un mercato del lavoro da lungo tempo soffocato da decenni di occupazione. I fattori chiave includono l’espansione dell’attività di insediamento israeliano, la frammentazione spaziale della terra palestinese e le restrizioni imposte dall’occupazione su movimento, accesso, commercio e finanze pubbliche.

Il tema del Goal 8 dell'Agenda ONU 2030 sarà dunque al centro della Conferenza, ma non saranno trascurati altri Goal connessi al benessere economico, sociale e ambientale a livello globale. Sarà nostra cura darvi un resoconto aggiornato dei lavori.

Per la Redazione - Serena Moriondo