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Il nuovo Rapporto ASVIS analizza la condizione del mondo, dell’Europa e dell’Italia e sottolinea il gap tra aspettative, impegni e realtà. In particolare, i dati e le analisi prospettiche che quest’anno sono state ulteriormente affinate, descrivono con chiarezza il ritardo dell’Italia su tutti i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile e l’inadeguatezza delle politiche e delle risorse messe in campo per raggiungerli.
Alcune statistiche sulla sostenibilità sociale ci hanno colpito in modo particolare: nel 2023 5,7 milioni di persone si trovavano in condizioni di povertà assoluta; 13,4 milioni (il 22,8% della popolazione) erano a rischio di povertà o esclusione sociale; il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni escono prematuramente dal sistema di istruzione e formazione; l’Italia si classifica in 83a posizione su 146 Paesi per la parità di genere.
L’evidente insostenibilità dello sviluppo italiano dovrebbe dar vita ad un grande dibattito politico, pubblico e culturale su come cambiare questa condizione, coerentemente con gli impegni internazionali sottoscritti dal nostro Paese, e assicurare benessere diffuso per tutte e per tutti, in equilibrio con il nostro pianeta, per noi e per le generazioni future. Lo sviluppo sostenibile, come descritto dall’Agenda 2030, è l’unica strada possibile per costruire un futuro di speranza. Non realizzare lo sviluppo sostenibile vuol dire ridurre la qualità della vita delle persone, le loro potenzialità, la loro libertà, la resilienza delle comunità locali, la tenuta dei nostri territori, la capacità del pianeta di rigenerarsi e sostenere la nostra società. Vuol dire anche ridurre la competitività e la salute della nostra economia.
Non possiamo abbandonare questa visione nonostante le tante difficoltà e le tensioni che ci circondano, valorizzando i segnali positivi che pure esistono: la riforma del 2022 che ha introdotto “i diritti delle nuove generazioni” nella nostra Carta Costituzionale; l’approvazione di piani e strategie da parte di regioni e città che guardano allo sviluppo sostenibile come orizzonte; il dinamismo della società civile e di una parte del settore privato in nome della sostenibilità; i progressi verso la transizione ecologica grazie agli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; gli sviluppi delle capacità scientifiche e tecnologiche per affrontare in modo nuovo i problemi delle nostre società; la conferma dell’impegno dell’Unione europea per l’attuazione dell’Agenda 2030. E, più recentemente, il “Patto sul Futuro” e la “Dichiarazione
sulle Future Generazioni”, firmate alle Nazioni Unite.
Non è quindi il tempo del disimpegno, ma quello della speranza e dell’azione. È il tempo di “coltivare il nostro futuro”, come abbiamo voluto affermare anche nel titolo di questo Rapporto. Invitiamo tutte e tutti ad assumere un impegno straordinario per accelerare il cammino verso lo sviluppo sostenibile, utilizzando come punto di partenza i dati, le analisi e le proposte contenute in questo Rapporto. Tutto il Rapporto ASVIS 2024 è consultabile qui