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Località: Moncalieri (To)
Tipologia intervento: Riqualificazione urbana

Nel '900 era una eccellenza dell'industria, poi il deserto produttivo...la scommessa di Moncalieri

Moncalieri, con i suoi oltre 57.000 abitanti è il secondo Comune della Città Metropolitana di Torino e il quinto in Piemonte. E’ considerato un sito di interesse storico-culturale sia per il suo Castello Reale (incluso dal 1997 nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO), le chiese e le ville storiche, che per gli episodi del Risorgimento che la videro protagonista.
Nel medioevo (il Consiglio della Città si riunì per la prima volta nel 1230), Moncalieri era un punto di snodo delle vie di comunicazione e dei commerci oltre che un’importante linea difensiva, e costituiva il punto più comodo di attraversamento del fiume Po e per il collegamento alla via Francigena. La piazza costituiva il baricentro della città e su di essa si affacciano la chiesa di Santa Maria della Scala e il palazzo comunale. Dalla piazza partivano le vie che la connettono ancora oggi alla pianura, alla collina, al fiume e alle strade verso Torino e Piacenza.

Dopo un passato commerciale dedicato in particolare al mercato delle carni bovine, Moncalieri è passata a una industrializzazione legata al ciclo dell’auto, specie nel settore della prototipizzazione e del design e in settori emergenti, come il biomedicale e l’ICT. Prima della crisi economica, più del 30% del totale delle imprese presenti nella provincia erano concentrate in quest’area, tanto da ridisegnare in un certo qual senso la struttura della città. Come molti comuni gravitanti attorno a Torino, è entrata a far parte di un unico contesto urbano articolato tra il centro, le sue numerose borgate e le periferie, infrastrutture (tangenziale Sud) e sistemi di servizio (Centrale del gruppo Iren, il più grande impianto cogenerativo esistente ad oggi in Italia finalizzata alla produzione di energia termica per il teleriscaldamento urbano, che serve anche il capoluogo).

Con la trasformazione dell’industria dell’auto e la deindustrializzazione a essa legata, Moncalieri, come molti altri centri piemontesi, è alle prese con la necessità di ridisegnare un proprio futuro economico e di riorganizzare infrastrutture e servizi (vedi nuova struttura ospedaliera e la diffusione delle case della salute collegati ai bisogni di una popolazione sempre più anziana). Moncalieri non è e non vuol diventare una periferia per pendolari (come molte zone della cintura torinese).

Per dotarsi di una propria strategia di superamento della crisi e una propria identità particolare nel contesto metropolitano, Moncalieri ha formulato in questi anni un protocollo per lo sviluppo e, più recentemente, un progetto (definito poi come accordo tra Comune e parti sindacali) in cui si monitoravano i bisogni principali della città e si avviava un percorso di confronto con il Comune, che portasse a un progetto, condiviso dalla Città Metropolitana e dalla Regione, per ampliare i servizi e il lavoro a esso connessi. 

Negli ultimi mesi si sono ripresi quei punti programmatici e si sta tentando, in una logica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, di rilanciare quei contenuti per la prossima consiliatura comunale.

Un gruppo di cittadini, con alle spalle competenze professionali e sindacali, ha di recente impiegato la propria esperienza per riprendere a ragionare su questi temi in una logica di sostenibilità e di rigenerazione urbana. Ovvero sulla necessità, se non l’urgenza, di immaginare infrastrutture più funzionali, assetti urbani più partecipati socialmente e prospettive di lavoro per i giovani. In questa prospettiva Moncalieri è una delle 11 aree su cui, con la consulenza dell’Associazione di NU-RiGe che sarà opportunamente decisa, si sperimenterà il percorso di rigenerazione urbana in varie tappe.

I primi punti individuati sono i seguenti:
MOBILITA’: il grande sviluppo produttivo-industriale ha permesso a Moncalieri, da un lato, di presentarsi come una porta logistica, industriale e terziaria di primo rilievo, dall’altro, ha posto inevitabili problemi di sostenibilità ambientale e di accessibilità. La logistica e la mobilità sostenibile sono temi ancora oggi strettamente correlati al potenziamento e all’adeguamento infrastrutturale delle reti di trasporto, in particolare del sistema ferroviario e della viabilità intercomunale.
RIGENERAZIONE URBANA: La crisi ha portato con sé la perdita di un quarto della produzione industriale italiana e non ha risparmiato neppure questo territorio lasciando dietro di sé insediamenti periferici testimoni, talvolta, di un forte degrado ambientale.

Il tema delle condizioni abitative, assunto innanzitutto come diritto all’accesso alla casa per le fasce sociali più vulnerabili, finalizzato a contrastare il diffuso disagio abitativo e a rispondere alla crescente necessità di alloggi adeguati ai nuovi bisogni (comprese le dotazioni di impianti di domotica e di teleassistenza e una serie di servizi comuni) è uno dei punti su cui si focalizzerà maggiormente l’attenzione intervenendo sul patrimonio edilizio esistente e riconvertendo le aree fatiscenti o dismesse. Processo già iniziato, anche di valenza culturale, con il recupero di archeologia industriale delle Fonderie Limone (un’eccellenza italiana nel campo della fusione del bronzo, dell’alluminio e della ghisa fondata nel 1921). Il complesso è stato trasformato nelle Fonderie Teatrali Limone (nella foto a destra): una “fabbrica delle arti” dedicata alla produzione artistica di qualità e all’offerta di spettacoli di teatro e danza, curati della Fondazione Teatro Stabile di Torino.

Ma gli interventi saranno rivolti anche a progetti per una maggiore efficienza energetica e per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, investendo in una progettazione di qualità di nuova generazione e integrata, promuovendo e sperimentando infrastrutture verdi e soluzioni naturalistiche innovative, che dovranno coinvolgere anche il nuovo ospedale.
Le crisi ha visto l’ingresso di importanti operatori internazionali, come il gruppo Volkswagen con la Giugiaro Italdesign. Un processo di internazionalizzazione dell’industria locale che offre opportunità e rischi, e che quindi rende ancora più urgente una dimensione strategica di sviluppo sostenibile entro cui valorizzare tutte le risorse di quest’area. La Città di Moncalieri intende migliorare la valorizzazione e la conservazione naturale del proprio territorio facente parte delle Aree Protette del Po Torinese con il riconoscimento di "Riserva della Biosfera" (Programma MAB-UNESCO “Man and the Biosphere Reserve”).

Considerato che saranno le città i luoghi più a rischio dal punto di vista climatico per gli effetti devastanti che si portano dietro - effetti ben conosciuti da questo territorio che, negli ultimi venticinque anni, ha subito tre alluvioni per l’esondazione del Po, del Sangone, del torrente Chisola – assumerà un valore rilevante l’avvio di una collaborazione con Università e Politecnico, Ordini professionali, Arpa Piemonte e altri soggetti con competenze ambientali e sociali, per valutare le maggiori vulnerabilità del territorio in modo da realizzare un sistema di dati aggiornato sui rischi che funga da base nei piani e nelle decisioni sullo sviluppo, non solo urbanistico, della città.

Sono vari e mirati gli interventi di carattere sociale che il Comune di Moncalieri, sta portando avanti da anni. Ma è indispensabile attivare gli indicatori SDGs per una “mappatura sociale del territorio” che consenta di valersi al meglio delle risorse, a partire dalla nuova programmazione dei Fondi europei 2021-2027, e prepararsi a contribuire alla definizione del nuovo Piano socio-sanitario regionale. L’intento è quello di arrivare a sviluppare un’esperienza sulla rendicontazione periodica sullo “stato della città”, avere una base informativa comune per poter avanzare proposte per lo sviluppo locale, promuovere il confronto con gli stakeholder e la partecipazione dei cittadini (a partire dalle nuove generazioni all’interno degli istituti scolastici). 


METODOLOGIA: Considerare come parti di un unico organismo aree verdi e ambiente costruito, servizi di mobilità, ciclo delle acque e dei rifiuti, spazio urbano, rischio clima e fenomeni naturali estremi, inclusione sociale, accessibilità ai servizi, salute e benessere, impongono sistemi di governance innovativi, collaborativi e multidisciplinari che siano in grado di trasformare le conoscenze in competenze, di tradurre una visione in azioni concrete. Per raggiungere questo scopo si ritiene necessario adottare una batteria minima di indicatori da cui partire (da BES verso SDGs) con l’obiettivo di integrare nel DUP (Documento Unico di Programmazione) una matrice delle politiche che permetta di capire tali connessioni. Lo scopo è quello di supportare al meglio le decisioni e valutare il raggiungimento degli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile. Nondimeno sarà curata la promozione di iniziative di carattere educativo sulle sfide dell’Agenda 2030 e di coinvolgimento attivo della comunità locale e della stessa Amministrazione.