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Copertina libro Il museo oggi I tempi sono maturi per approfondire i temi interdisciplinari che connotano la vita e le attività del museo, che sono sempre di più connessi alla digital trasformation in atto in tutti i settori della società, dai quali il patrimonio artistico e culturare non possono essere esclusi, e che pongono come centrale il coinvolgimento del pubblico.

La riforma dei musei italiani e della loro autonomia è stata avviata nel 2014 e ampliata nel 2019 dal ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo di allora, Dario Franceschini. Riforma che ha avuto il merito di porre come centrale il loro sviluppo, allineando l’Italia ad altri contesti internazionali, ma ha mostrato anche la necessità di intervenire su due importanti fronti: nel settore delle professionalità museali, alcune delle quali (pensiamo alle figure cardine legate all’educazione museale) non sono ancora pienamente riconosciute in Italia dal punto di vista normativo e nel contesto dei musei degli enti locali che – a parte alcune eccezioni – non sono concentrati su politiche attive di sviluppo; sul lancio del brand unitario dei musei italiani come prodotto di eccellenza del turismo culturale.

L'editore Hoepli ha deciso di progettare l’aggiornamento dell’edizione del volume "ll Museo oggi", che risale al 2007 e che, tuttora, continua a essere molto venduta e apprezzata da Università e Accademie di Belle Arti, affidando il lavoro a Lucia Cataldo (docente di Museologia, Beni Culturali e di Storia dell'arte presso le Accademie di Belle Arti di Firenze, Verona e Macerata, e presso l'Istituto Restauro Marche) e Marta Paraventi (specializzata in Storia dell’arte presso l’Università di Bologna, si occupa di catalogazione dei beni storico artistici, di progettazione di musei, di valorizzazione e promozione dei beni culturali). 

Il volume mantiene l’impianto originario articolato in una sequenza di argomenti che spaziano dalla storia dei musei alla normativa, dalla museografia al marketing, dalla user experience applicata al museo all’ educazione museale fino alle nuove forme di comunicazione e al museum branding ma anche aspetti giuridici, gestione delle collezioni, nuove tipologie di musei, problematiche della conservazione e del degrado). Ognuno di questi settori è stato ampliato e arricchito anche di contenuti fruibili online. Il volume presenta anche nuove sezioni come quella sui musei del futuro in linea con la nuova definizione di ICOM approvata a Praga nel 2022 e quella sulla dimensione digitale. L'ICOM (International Council of Museums), lo ricordiamo, ha elaborato una nuova definizione di museo, non solo come luogo di conservazione e ricerca ma anche "accessibile, inclusivo e sostenibile",:“Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”. 

Obiettivo quindi della pubblicazione è quello di trasmettere l’idea di museo come spazio aperto di formazione e di progettazione, orientato alla dimensione digitale contemporanea in grado di evolversi con il pubblico pur nella salvaguardia della sua storia. Scorrendo l’indice, capitolo dopo capitolo, si prende coscienza della vastità delle operazioni e attività che un museo può sviluppare e di come esso sia inserito nella rete e nei flussi della contemporaneità e dei contesti geopolitici, segnati da conflitti e pandemie (Fonte: Artribune).

A tal proposito ricordiamo l'articolo pubblicato su sito dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni nel marzo 2022, nel quale si constatava quanto la guerra stesse danneggiando anche l'arte. Nello specifico come le sanzioni introdotte contro la Russia a seguito del conflitto ucraino, avessero fatto divieto di “vendere, fornire, trasferire o esportare, direttamente o indirettamente, i beni di lusso (…) in Russia, o per un uso in Russia” e, tra questi, insieme a champagne, tartufi, vini, cavalli purosangue, sigari e  pietre preziose, fossero inclusi espressamente gli “oggetti d’arte, da collezione o di antichità”, a scapito del valore storico, culturale, educativo e spirituale delle opere d'arte. E concludevamo l'articolo citando un passaggio del politologo Sergio Romano nel suo libro “L’arte in guerra” (2014): l’arte può essere “amata, concupita, e spregiudicatamente conquistata, ma anche odiata, perseguitata e distrutta” essendo l’arte “anche un attributo del potere”.

Per la Redazione - Serena Moriondo