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Foto parco eolico off shoreSi parla molto in questo periodo di rinnovabili, perché rappresentano le fonti su cui puntare per rendere finalmente il nostro sistema energetico libero dall’utilizzo del carbone, petrolio e gas che sono la principale causa dei cambiamenti climatici.

Ma si discute molto, talvolta in modo acceso, anche di come integrarle al meglio nel paesaggio, in particolare in un Paese come l’Italia ricco di risorse culturali e ambientali. E' successo e succede, con i pannelli solari come con le pale eoliche. A tal proposito vi segnaliamo alcuni tra i tanti articoli pubblicati sul sito dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni che trattano l'argomento: "Sintesi e commento dell'evento "Cultura e cambiamento climatico", all'interno del Festival per lo Sviluppo Sostenibile ASviS (Bologna, 11.05.2023); La presentazione della ricerca "La transizione ecologica: un'opportunità di sviluppo per l'Italia" del ForumDD; la presentazione dell'intesa sulla crescita delle fonti rinnovabili di energia necessaria al Paese perseguibile nel pieno rispetto della bellezza  "Fotovoltaico ed eolico: la svolta di FAI, Legambiente e WWF".

Foto mulini a ventoCome ogni energia rinnovabile, anche l’energia eolica vanta una storia millenaria che si perde alle origini della civiltà umana e ne accompagna lo sviluppo nel tempo. Dai primi mulini a vento con pale costruiti nell’antica Babilonia nel 2000 a.C. in Mesopotamia (a cavallo tra Iraq e Afghanistan) all'introduzione dei mulini in Europa durante il Medioevo, destinate ad uso prettamente agricolo, non più con movimento verticale ma su asse orizzontale, caratteristica comune ai motori eolici odierni fino alla messa a punto, negli anni ‘20,  della turbina eolica Darrieus (nuovamente ad asse verticale) meglio conosciuta come il “mulino a vento eggbeater“, e alla successiva realizzazione nel 1980 nel New Hampshire (Stati Uniti) del primo parco eolico al mondo composto da 20 turbine e nel 1991 a Vindeby, in Danimarca le prime 11 turbine da 450kW off-shore.

Oggi la produzione di energia tramite il vento è la seconda tipologia di energia rinnovabile per produzione nel mondo, che fornisce circa il 5% della produzione Immagine turbine ad asse verticale in profondita esempioelettrica globale. L’Italia si posiziona al quinto posto in Europa, per capacità eolica installata, con 10.758 MW di impianti on-shore, cioè a terra, e circa 30 MW di impianti off-shore, sul mare. Ad oggi sono in sperimentazioni anche studi sull'eolico volti ad applicare lo stesso principio alle turbine sottomarine. Lo scopo è quello di produrre nuova energia sfruttando il moto delle onde e delle maree.

Immagine parchi eolici Italia 2022Per promuovere il settore della produzione di energia rinnovabile e il turismo legato alla visita dei parchi eolici italiani, è nata anche la prima guida turistica online “Parchi del Vento, un progetto realizzato da Legambiente con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Energia del vento (ANEV). Questi territori sono poco conosciuti anche se oggi rappresentano uno dei laboratori più interessanti per la transizione energetica. L’idea di una guida turistica ai parchi eolici italiani nasce, secondo Legambiente, dall’obiettivo di permettere a tutti di andare a vedere da vicino queste moderne macchine che producono energia dal vento e di approfittarne per conoscere dei territori bellissimi, fuori dai circuiti turistici più frequentati. 

Questa guida è la prima al mondo che parla di turismo dell’eolico ma sono tanti i parchi che dalla Nuova Zelanda a Copenaghen sono ogni giorno meta di gite in barca o a piedi e che si sono organizzati proprio per rispondere a una crescente curiosità verso questi impianti. La previsione è che i parchi andranno crescendo nei prossimi anni con l’obiettivo di scoprire altre esperienze capaci di dimostrare che la grande crisi climatica può essere superata puntando su un modello di generazione energetica pulito e distribuito che valorizza i territori, le risorse presenti e rafforza le comunità senza per questo danneggiare il patrimonio ambientale e culturale. (Fonte: parchidelvento.it)

L'IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, cioè il gruppo di esperti provenienti da tutto il mondo che le Nazioni Unite usano per raccogliere, valutare e sintetizzare la letteratura scientifica sugli argomenti climatici, e su quelli ad essi strettamente collegati, come ambiente e settore energetico, allo scopo di informare i governi, non hanno dubbi: 

a) la situazione climatica è pericolosa, con gravi effetti già visibili nelle zone più povere del mondo ma non solo, basti pensare all’attuale grave siccità in Europa Occidentale e su come, nonostante qualche progresso sia stato fatto, la "finestra di intervento efficace" per evitare che il clima terrestre si riscaldi a livelli pericolosi si stia chiudendo;

b) basandosi sulla letteratura scientifica che ha esaminato in questi ultimi anni l’efficacia delle varie tecnologie messe sul campo per contrastare le emissioni di gas climalteranti, ha individuato quelle che sono state definite alcune "misure di veloce attuazione" per mitigare le emissioni che alterano il clima e, non vi sono dubbi, che intervenire sull’energia garantisce il massimo potenziale sia di contenimento del cambiamento climatico che di contribuire a superarne gli effetti negativi;

c) fra le soluzioni prese in esame (CCS - Carbon Capture and Sequestration; Nucleare, Geotermia, idroelettrico e biomasse per l’elettrico, idrogeno, riduzione o eliminazione delle perdite di metano dalla filiera della produzione di combustibili fossili, ecc.) l’energia eolica e solare sono risultate le più adatte. L’eolico ha addirittura un potenziale di riduzione di quasi 4 GtCO2, per il 60% a costi praticamente nulli (costa, in sostanza, meno delle tecnologie che sostituisce). 

Un sistema eolico è un insieme di componenti integrati per la conversione dell’energia del vento in altre forme energetiche utilizzabili quindi la loro progettazione è molto complessa. Inoltre, a seconda delle specifiche tecniche e del luogo in cui sono costruiti gli impianti, l’impatto ambientale, soprattutto a livello paesaggistico, può essere più o meno evidente. La presenza di fenomeni di aero-elasticità dovuti alla non uniformità del vento e alla flessibilità delle pale, infatti, influenzano l’impatto che le turbine eoliche hanno sull’ambiente. 

Un parametro importante nella progettazione di nuovi impianti riguarda le distanze da oggetti e manufatti già presenti sul territorio. Oggi, ogni regione stabilisce le distanze e le indicazioni di cui tener conto per rispettare la costa, i centri abitati e le aree archeologiche, la fauna e la flora. Accanto ai regolamenti imposti dalla regione ci sono anche indicazioni tecniche da seguire per evitare fondamentalmente quello che viene chiamato "l’effetto selva" che provoca un disturbo percettivo causato dalla distribuzione disordinata di un numero elevato di pale e dall’asincronismo nella rotazione delle stesse ma anche un calo delle prestazioni delle turbine a causa dell’interazione dei rotori con la scia dei rotori adiacenti. 

Ma sta a noi avere la capacità di regolamentare il settore affinchè questo impatto sia il più possibile limitato sia in termini di densità che di disposizione degli aerogeneratori in relazione a elementi naturali (boschi) e opere umane (strade, centri abitati) assecondando le forme del paesaggio per evitare di generare un "disturbo visivo addizionale".

E' però altrettanto indispensabile affrontare, senza altri ritardi e nella massima collaborazione con le istituzioni locali, la grave emergenza climatica attuale che, in termini di impatto è ben più grave e causa danni irreversibili, altrettanto visibili al nostro sguardo, all'equilibrio dell'intero ecosistema.

Per la Redazione - Serena Moriondo