contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

Poco meno di cinque mesi fa  il Governo Meloni ha approvato una norma che consente, nel caso di ricostruzioni dopo terremoti, alluvioni o altre calamità naturali , di portarle avanti in deroga ai vincoli paesaggistici, ovvero quelle norme che tutelano le aree di particolare pregio in base ai principi del valore storico, culturale e ambientale, attraverso la nomina di commissari straordinari nominati dal Governo che hanno l'autorità di elaborare piani urbanistici privando di tale potere e dovere le municipalità locali (QUI).

A febbraio abbiamo visto sottrarre da questo Governo risorse preziose del PNRR sul dissesto idrogeologico e ostacolare l'approvazione di una legge per contrastare il consumo di suolo nonostante aumentino di anno in anno le perdite in vite umane e i danni per l'ambiente e l'economia (QUI).

Oggi, non contenti - alla ricerca di maggior consenso elettorale - il ministro Salvini, come possiamo leggere su tutti i maggiori quotidiani, ha annunciato un condono (la chiamano "sanatoria") per irregolarità e abusi edilizi di "piccola entità". Secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, riguarderebbe quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano.

L’abusivismo edilizio, piccolo o grande che sia, - ne abbiamo parlato in più occasioni sul sito dell'Associazione - rappresenta da sempre un grave problema del nostro Paese, viola la legalità, mina l’integrità del territorio e toglie bellezza ai nostri borghi, alle nostre città. E la cosa più grave è che è un fenomeno in crescita: +9,1%, non accadeva dal 2004.

Legambiente da tempo evidenzia l’importanza di adottare misure concrete per affrontare l’abusivismo edilizio e ha avanzato alcune proposte che sono state ignorate dal Governo, come la chiusura delle pratiche di condono, cioè l’istituzione di un fondo di rotazione con uno stanziamento di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026, al fine di chiudere le pratiche di condono ancora in sospeso; l'emersione degli immobili non accatastati tramite l’Agenzia delle Entrate che potrebbe mettere a disposizione delle informazioni relative ai fabbricati non accatastati acquisite tramite immagini aeree e verifiche, al fine di consentire ai ministeri dell’Ambiente e Sicurezza energetica, delle Infrastrutture, ai Comuni e ai Prefetti di verificare la regolarità edilizia di tali immobili. Così come, nei casi più gravi di abusivismo, l’importanza del ruolo della Corte dei Conti nel verificare, quantificare e attribuire in modo sistematico eventuali danni erariali;  le demolizioni per via giudiziaria basate sulla sentenza che accerta il reato, anziché sulla condanna del reo o  la sospensione delle procedure di demolizione solo in presenza di un provvedimento di sospensione emesso da un tribunale.

La Fillea Cgil, il più grande sindacato delle costruzioni in Italia, ha più volte sottolineato come le anticipazioni dei condoni edilizi se da un lato aprono attese speculative,  dall’altro favoriscono un aumento dell'illegalità, di cui la parte ultima è la costruzione: illegalità verso gli strumenti urbanistici, talvolta è illegale anche  l’area dove si è costruito, illegalità nelle forniture, nelle fatture fiscali, nella forza lavoro, negli allacci alle reti di servizio, per le opere di urbanizzazione, ecc., tutti costi che prima o poi ricadono sulla collettività e a scapito di altre opere pubbliche.

Lo stesso Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio (CRESME) ha recentemente confermato che i dati sull’abusivismo edilizio tornano a crescere. Inoltre, secondo l'istituto di ricerche, dopo una fase espansiva eccezionale l’attività di costruzione e di manutenzione del patrimonio residenziale è destinata a contrarsi. Una riduzione che diverrà pesante nel 2024 e nel 2025 (dai 120 miliardi a valori correnti del 2022 ai 60 del 2026), e la spinta delle opere pubbliche non basterà a garantire la tenuta dell’intero mercato, ma solo ad attenuarne la caduta. Il comparto delle opere pubbliche - secondo il CRESME -  è entrato in una complessa fase esecutiva, considerato che negli ultimi 4 anni e mezzo sono stati messi in gara 267 miliardi di euro di lavori pubblici, dei quali 74 afferenti al PNRR, e ne sono stati aggiudicati 204, dei quali 48 del PNRR.

Ma certo non saranno i condoni a migliorare la situazione critrica del Paese e risollevare il settore delle infrastrutture e delle costruzioni. Inoltre non combattere le cause profonde dell’abusivismo rischia solo di alimentare il fenomeno ed è fortemente diseducativo per i cittadini e le Istituzioni.

* Foto di Kuan Fang su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo