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Come è noto il 19 giugno scorso il disegno di legge Calderoli contenente la riforma sull’autonomia differenziata, con 172 voti a favore, 99 contrari, è diventa legge. Prevede il riconoscimento di un maggiore livello di autonomia alle Regioni a statuto ordinario e speciale che ne fanno richiesta, comprese le provincie autonome di Trento e Bolzano, su 23 materie.

Stato e singole Regioni avranno tempo 5 mesi dalla richiesta delle regioni interessate per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate. Potranno essere interrotte prima della scadenza da Stato o Regione con preavviso di almeno 12 mesi.

Il riconoscimento dell'autonomia è subordinata, per la maggior parte delle materie, alla determinazione di LEP (Livelli essenziali delle prestazioni): criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull'intero territorio nazionale. Per due materie, sanità e ambiente, i Lep sono già definiti (in questi casi si chiamano Lea e Lepta) ma non rispettati. Nove materie non hanno i LEP, dunque immediatamente trasferibili: tra queste commercio con l'estero, previdenza complementare, professioni, protezione civile, rapporti internazionali e con l'Unione europea, coordinamento con finanza pubblica e sistema tributario. Lo Stato ha tempo 24 mesi per definire i LEP e le risorse necessarie al loro finanziamento.

Nell’ultimo testo dopo i numerosi emendamenti, l’autonomia differenziata ha previsto che, ad esempio, l’Istruzione possa essere completamente regionalizzata perfino nella diretta gestione del personale scolastico e dei contenuti formativi e in sanità si dia l'avvio ad una concorrenza selvaggia nell'acquisizione delle risorse umane nutrita dal dumping salariale e dalle incentivazioni regionali, che svuoteranno di valore i CCNL.

Secondo un sondaggio di Nando Pagnoncelli, pubblicato sul “Corriere della Sera” il 13 febbraio, solo il 13% degli italiani ha seguito la proposta con attenzione, mentre il 58% sa poco o nulla dei contenuti. Il dibattito che è derivato dalla presentazione del DDL e che ha accompagnato l'iter di approvazione della Legge, ha però rilanciato la contrapposizione fra Nord e Sud del Paese.

Al fine di comprendere meglio ciò che significa per il nostro Paese questa scelta vi riportiamo alcuni approfondimenti:

Di fronte a questo quadro estremamente critico il 20 luglio è partita la campagna di raccolta firme per il referendum abrogativo della legge Calderoli, promossa da Cgil, Uil e da un vasto schieramento di associazioni, a partire da quelle che compongono ‘La via maestra’, forze sociali, politiche e della società civile.

Per la Redazione - Serena Moriondo