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Ad inizio giugno, l'ANAC, l'Autorità Nazionale Anticorruzione, a seguito di un monitoraggio partito dalla pubblicazione di un articolo di stampa (risalente al 2018)  del Corriere della Sera, ha rilevato che sono diverse le criticità emerse riguardo alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, del Comune di Roma, affidate ai privati.

L'accurato monitoraggio di ANAC ha fatto emergere l’entità del fenomeno a cui ha fatto seguito l’attività ricognitiva da parte della Capitale: esaminate oltre 500 convenzioni urbanistiche per la realizzazione di edilizia residenziale per un valore di circa 2,5 miliardi di euro (Deliberato del Consiglio dell'Autorità dell’8 maggio 2024).  Il campione rappresentativo di convenzioni urbanistiche afferenti ai Piani “O”, ai Piani di Zona, ai PRU – PRIU ed agli Strumenti Attuativi,  è stato rilevato come connotato da maggiore criticità.

Dai riscontri forniti e dalla documentazione acquisita da Roma Capitale - si legge nella delibera - si evince complessivamente che la stessa, nella sostanza, in merito alla regolarità delle procedure, ha fatto riferimento all’operato dei soggetti attuatori, individuati quali responsabili, senza documentare al riguardo le specifiche verifiche svolte in ordine alla correttezza delle stesse, mancando nella maggior parte dei casi anche l’acquisizione della documentazione di gara nei confronti del soggetto attuatore.

Con riferimento alle verifiche sui soggetti aggiudicatari delle procedure di affidamento delle opere di urbanizzazione a scomputo, l’Amministrazione altresì non ha debitamente documentato le verifiche svolte, risultando peraltro in atti alcune richieste inoltrate nei confronti dei soggetti attuatori di acquisire documentazione al riguardo rimaste prive di riscontro, nonostante il richiamo contenuto nelle convenzioni al possesso dei requisiti di carattere generale e speciale, ivi compresi i controlli antimafia”.

Ma il caso della Città di Roma non è isolato e spesso questo stato di cose si è consolidato nel tempo. Le misure di spending review volute dai vari Governi che si sono succeduti, non hanno per lo più rappresentato un vero processo di razionalizzazione, piuttosto la giustificazione per una consistente riduzione del costo del personale sia in termini di numero di dipendenti pubblici sia in termini di rinnovi contrattuali e degli investimenti in formazione, favorendo massicce esternalizzazioni, con contestuale indebolimento delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e dei sistemi organizzativi.

Dalla lettura approfondita del deliberato dell'ANAC si evidenziano, infatti, problematiche comuni ad altri enti:

  • le difficoltà affrontate dalla Dirigenza evidenziano, ad esempio, che le problematiche che i Dipartimenti di Programmazione e Attuazione Urbanistica devono affrontare sono innumerevoli e riguardano moltissime attività, spesso di carattere trasversale, appannaggio dei vari uffici e servizi di cui si compongono;
  • i Dipartimenti, non solo degli uffici tecnici ma, in particolar modo di quest'ultimi, soffrono di una critica carenza di risorse umane e di specifici profili professionali che si è aggravata con l'aumento delle procedure e gli appalti da seguire (es. PNRR, Giubileo, Olimpiadi invernali, ecc.);
  • circa le problematiche relative alla nomina di collaudatori sono da segnalare due questioni: le sostituzioni sono difficoltose a fronte dei dipendenti collocati in quiescenza vista la necessità di interpretare lo stesso incarico omnicomprensivo dei doveri d'ufficio; in secondo luogo gli incarichi che riguardano le nomine dei collaudatori delle opere vengono sovente rifiutati da parte dei dipendenti delle amministrazioni in ragione della non remuneratività degli stessi mediante l’applicazione del meccanismo degli incentivi, che risulta escluso per le opere a scomputo ai lavori pubblici, nomine pertanto che sono effettuate dal privato fatto salvo il potere di vigilanza in capo agli enti pubblici. La vigilanza è un passaggio essenziale e indifferebile ma anche un onere rilevante in situazioni di carenza di personale e scarsa formazione professionale;
  • nei casi di inadempimento, al di là del danno per la mancata immissione in possesso delle opere da parte delle amministrazioni pubbliche,  l'avvio dei procedimenti di accertamenti ed escussione polizza in danno aumentano l'onere di controllo da parte degli enti, in altri casi l’insorgenza di un formale contenzioso concerne altre incombenze che si protraggono nel tempo impedendo la regolare realizzazione delle opere di urbanizzazione e della possibilità di rendere fruibili in tempi brevi immobili, aree e servizi per i cittadini;
  • la percezione fra gli esperti è che il livello di corruzione nel settore pubblico continui ad essere relativamente elevato (percezione confermata dalla Relazione sullo Stato di diritto 2024 della Commissione europea pubblicata il 24 luglio, vd. articolo "Un'Italia sotto esame rivela numerose debolezze e nodi da sciogliere"). Nell'Indice di percezione della corruzione 2023 di Transparency International, l'Italia ha ricevuto un punteggio di 56/100 e si è classificata al 17° posto nell'Unione europea e al 42° posto a livello mondiale. Questa percezione è rimasta relativamente stabile negli ultimi cinque anni;
  • per gli affidamenti riguardanti il PNRR adesso comincia la fase più difficile, quella della realizzazione. I numeri incoraggianti non bastano a tranquillizzare del tutto in quanto indicano solo l'avvio delle procedure e non il fatto che le amministrazioni saranno in grado di chiuderle in tempo. Aprire un cantiere, infatti, non assicura il completamento dei lavori in tempo utile e in modo adeguato: lo dimostrano chiaramente i dati preoccupanti sulla spesa effettiva.
L’ANAC, che svolge funzioni di regolazione e di vigilanza, ha maturato una significativa esperienza e una notevole conoscenza del mercato e delle problematiche riguardanti il codice appalti. Per questa ragione, a scadenza del primo anno del nuovo codice, l'ANAC ha individuato alcune criticità (anche su segnalazione di numerosi stakeholder, tra cui le Organizzazioni sindacali) che, raccolte in una Tabella, sono state presentate al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed alla Cabina di regia per il Codice dei contratti pubblici.
 
Su digitalizzazione degli appalti e qualificazione delle stazioni appaltanti il Presidente dell'ANAC, Busia, ha dichiarato che sono stati fatti passi molto importanti ma "occorre adesso concentrarsi sulla sostanza, investendo di più sulla capacità delle stazioni appaltanti a partire dalle competenze di chi vi lavora."
 
L'ANAC spera che il decreto, annunciato per l'autunno, oltre a recepire diverse modifiche tecniche segnalate al Governo, possa fare qualche passo avanti verso una maggiore trasparenza e concorrenzialità degli affidamenti. "Sarebbe importante - spiegano dall'Autorità Nazionale Anticorruzione - effettuare maggiori sforzi per incoraggiare la divisione in lotti delle gare, a vantaggio delle piccole medie imprese e per evitare i subappalti a cascata. Per contenere questi ultimi, che aumentano i rischi per i lavoratori, mettendo a rischio la qualità di lavori e servizi, oltre ad aprire la via a possibili infiltrazioni criminali, sarebbe auspicabile anche un'azione coordinata per spingere verso un ripensamento della normativa a livello europeo."
 
* Foto di Abdul Zreika su Unsplash
 
Per la Redazione - Serena Moriondo