Chi avrebbe potuto immaginare che le Olimpiadi di Parigi sarebbero diventate l'ennesima occasione di uno scontro per sovranisti e conservatori che le hanno definite: "la debolezza e la disintegrazione dell'Occidente" attaccando il cambiamento in corso nei costumi sociali basato sul rifiuto verso ogni stereotipo e il riconoscimento delle diversità, come hanno fatto Orban e Trump, o, in casa nostra, Matteo Salvini ed Eugenia Roccella, entrambi ministri della Repubblica.
Lo spettacolo sulla Senna, che ha reso omaggio a una Francia multietnica e ha messo in risalto la comunità Lgbtq+, è stato aspramente criticato in questi giorni attraverso il solito ritornello: Dio, patria, famiglia.
Un'occasione che è servita alle destre per sottolineare l'ennesimo scontro di civiltà, come ha dimostrato Orban nel dichiarare che: "i valori occidentali, a lungo ritenuti universali, sono considerati sempre più inaccettabili e rifiutati da molti Paesi del mondo" come Cina, India, Turchia e Paesi arabi. O evidenziare la "supremazia bianca", come ha fatto Trump che, ad una platea di giornalisti, aveva detto che i migranti rubano i "black jobs" dimenticandosi che a Parigi, per il medagliere degli Stati Uniti, gareggiano atlete come Simone Biles, la ginnasta americana nera più decorata della storia. O ancora per atteggiarsi a giudici senza conoscere le linee guida del Comitato Olimpico internazionale sull'identità di genere e le variazioni delle caratteristiche del sesso del 2021, che ammettono criteri di eleggibilità per atlete trans e intersex, (come nel caso dell'algerina Imane Khelif), solo a fronte di comprovate evidenze scientifiche.
Ma le Olimpiadi, per fortuna, non sono solo questo, oltre a regalarci uno spettacolo sportivo straordinario ci hanno dato anche l'opportunità di conoscere il coraggio dell'atleta Kimia Yousofi, una dei sei atleti arrivati a Parigi in rappresentanza dell'Afghanistan che, al termine della sua prova da velocista, si è staccata il pettorale, lo ha girato mostrando alle telecamere tre parole con i tre colori della sua bandiera: Education, Sport, Our rights (istruzione, Sport, i nostri Diritti). Ha parlato al mondo di ciò che vogliono le donne afghane: la possibilità di avere un'istruzione, fare liberamente sport, e godere dei dirittti che hanno gli uomini. L'Afghanistan, dopo che sono tornati al potere i talebani, è considerato dalle Nazioni Unite il Paese più repressivo al mondo verso le donne a tal punto da non trasmettere in Tv neppure le gare olimpioniche femminili perchè ritenute immorali (vd. articolo "Quella delle donne è una rivolta esistenziale" 17.09.2023).
Thomas Jolly creatore dello spettacolo di apertura dei Giochi olimpici di Parigi, in risposta alle critiche anche interne dei vescovi e della destra francese, ha dichiarato: "Non volevo scioccare nessuno, e non ho rappresentato nulla di eversivo, In Francia abbiamo il diritto di amarci, come vogliamo e con chi vogliamo. E abbiamo il diritto di credere o non credere. In Francia, abbiamo molti diritti". E le idee rappresentate "sono semplicemente idee Repubblicane". Ovvero laiche e inclusive.
* Foto di Amada MA su Unsplash
Per la Redazione - Serena Moriondo