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Da cittadina italiana mi sono chiesta perché il mio Paese, ad inizio giugno, abbia votato contro la legge europea per il ripristino degli ecosistemi, la Nature Restoration Law. Un provvedimento fondamentale alla luce degli impegni sottoscritti per la Strategia Globale sulla Biodiversità e degli obiettivi sul clima all'interno del Green Deal, senza la quale l'Unione europea rischia di non riuscire a raggiungerli. A tal proposito, l'Associazione Nuove Ri-Generazioni ha segnalato, recentemente, un approfondimento dell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) sull'effetto che l'applicazione del nuovo Regolamento europeo avrà nel nostro Paese ("ASviS: STOP immediato al consumo di suolo grazie alla Nature Restoration Law", del 17.07.2024).

Oltre la metà del prodotto interno lordo (PIL) globale, infatti, dipende dalla natura e dai servizi ecosistemici che offre. Alcuni settori chiave dell’economia, come agricoltura ed edilizia, dipendono da essa.  La conservazione della biodiversità - spiega il nuovo Regolamento - ha potenziali benefici economici diretti per molti settori oltre che sulla nostra salute psico-fisica. La natura è, oltretutto, fondamentale per la produzione alimentare. Il valore della produzione agricola annuale dell'UE che può essere direttamente collegata agli insetti impollinatori ammonta a quasi 5 miliardi di euro.

Con questi obiettivi ampiamente condivisibili, viene allora da domandarsi: perché l'Italia - insieme a Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia - si è opposta all'approvazione del nuovo Regolamento europeo?

Il voto contrario dell'Italia, secondo il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto, è stato giustificato dal fatto che "non possiamo permetterci che non sia applicabile, efficace e sostenibile da tutte le categorie interessate, tra cui agricoltura e pesca”.

In realtà l'Unione non vuole mettere in difficoltà questi settori. Piuttosto il contrario, seguendo però una linea di rigore a fronte delle trasformazioni ritenute indispensabili ad affrontare anche gli evidenti cambiamenti climatici in corso.

Nel saggio breve che segue viene illustrato il percorso di approvazione del nuovo Regolamento europeo e i vincoli migliorativi che pone; il motivo per cui il Governo italiano ha portato avanti un'opposizione sostenendo in modo acritico alcune lobby delle associazioni di categoria degli agricoltori; come uso e consumo di suolo anche in Italia abbiano conseguenze sostanziali sul benessere degli esseri viventi e sulla biodiversità locale e il perchè "Le immagini patinate di campi perfetti, mulini bianchi, acque cristalline non riflettono la realtà dell’agricoltura moderna, alle prese con inquinamento e sfide globali che richiedono un approccio radicalmente nuovo."

Link: Biodiversità_non_cè_più_tempo_per_una_pausa_nella_protezione_della_natura_-_Moriondo_10.08.2024.pdf

* Foto di Natalia Slastnikova su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo