contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

DISEGNO IMPRONTA ECOLOGICA "La scienza è come i fari di un'automobile: permette di vedere un po' più in là. Ma sono i politici che devono guidare nella notte, sapendo che quei fari hanno una portata limitata. Gli scienziati cercano di illuminare quello che possono, ma non utilizzare le loro informazioni è come cercare di guidare nella notte a fari spenti". A dirlo, In una recente intervista al quotidiano La Repubblica, il premio Nobel 2021 per la Fisica, Giorgio Parisi.

Infografica Earth Overshoot Day Da anni gli scienziati hanno acceso un faro sull'Earth Overshoot Day, il giorno in cui l'umanità ha utilizzato tutte le risorse biologiche che la Terra rigenera durante l'intero anno che, quest'anno, è arrivato prima: il 28 luglio. Allo stato attuale, ci vorrebbero 1,75 pianeti Terra per soddisfare i consumi della popolazione mondiale in modo sostenibile.

L'Earth Overshoot Day segna ufficialmente il punto di rottura tra due fattori: l'impronta ecologica dell'umanità e la biocapacità del nostro pianeta. La nostra impronta ecologica è costituita dalla terra di cui abbiamo bisogno per produrre tutto ciò che consumiamo – terreni coltivati ed edificati, pesca, lo spazio urbano e le foreste per assorbire le emissioni di anidride carbonica – e dai rifiuti che generiamo. La biocapacità della Terra comprende le risorse che il nostro pianeta ha a disposizione per soddisfare le nostre esigenze di consumo e che può rigenerare ogni anno. L'Earth Overshoot Day si calcola dividendo la biocapacità della Terra per l'impronta ecologica dell'uomo e moltiplicando il risultato per 365 giorni. Fatta eccezione per il 2020, quando a causa della pandemia del Covis-19, l’Earth Overshoot Day è stato posticipato, negli ultimi 50 anni la data in cui abbiamo consumato le risorse rigenerate in un anno dal pianeta è caduta sempre prima.

Infografica Country Overshoot Fays 2022Il consumo delle risorse ovviamente varia da Paese e Paese: se, ad esempio, tutti vivessero come noi italiani, dove l’Overshoot Day è caduto il 15 maggio, l’umanità avrebbe bisogno di due Terre e mezzo per soddisfare le proprie necessità. Peggio ancora in Qatar dove il punto di superamento del consumo della biocapacità terrestre è arrivato il 10 febbraio, o negli Stati Uniti e in Canada, il 13 marzo. La Giamaica riesce a far durare le risorse della Terra fino a poco prima di Natale. 

In uno scenario così critico, la Società Italiana per le Scienze del Clima ha pubblicato una lettera aperta dal titolo "Un voto per il clima" in cui chiede ai partiti politici italiani azioni forti per combattere la crisi climatica:

"La scienza del clima ci mostra da tempo che l’Italia, inserita nel contesto di un hot spot climatico come il Mediterraneo, risente più di altre zone del mondo dei recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non solo sul territorio e gli ecosistemi, ma anche sull’uomo e sulla società, relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle sue attività produttive. Il riscaldamento eccessivo, le fortissime perturbazioni al ciclo dell’acqua e altri fenomeni meteo-climatici vanno ad impattare su territori fragili e creano danni a vari livelli, influenzando anche fortemente e negativamente le attività economiche e la vita sociale. Stime assodate mostrano come nel futuro l’avanzare del cambiamento climatico ridurrà in modo sensibile lo sviluppo economico e causerà danni rilevanti a città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture. Per ogni grado di riscaldamento climatico, ad esempio, avremo mediamente un aumento del 30% di frequenza ed intensità degli eventi estremi (siccità, inondazioni, ondate di calore o gelate tardive etc.) ed una rilevante diminuzione del prodotto interno lordo.
In questo contesto, ci appare urgente porre questo problema in cima all’agenda politica. E oggi, l’avvicinamento alle prossime elezioni diventa l’occasione per farlo concretamente. Chiediamo dunque con forza ai partiti politici di considerare la lotta alla crisi climatica come la base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire. Questo dato di realtà risulta oggi imprescindibile, se vogliono davvero proporre una loro visione futura della società con delle possibilità di successo.
In particolare, nella situazione attuale appare urgente porre in essere azioni di adattamento che rendano noi e i nostri territori più resilienti a ondate di calore, siccità, eventi estremi di precipitazioni violente, innalzamento del livello del mare e fenomeni bruschi di varia natura; azioni che non seguano una logica emergenziale ma di pianificazione e programmazione strutturale.
A causa del’inerzia del clima, i fenomeni che vediamo oggi saranno inevitabili anche in futuro, e dunque dobbiamo gestirli con la messa in sicurezza dei territori e delle attività produttive, investendo con decisione e celerità le risorse peraltro disponibili del PNRR. Allo stesso tempo, dobbiamo anche fare in modo che la situazione non si aggravi ulteriormente e diventi di fatto ingestibile, come avverrebbe negli scenari climatici peggiori. Per questo dobbiamo spingere fortemente sulla riduzione delle nostre emissioni di gas serra, decarbonizzando e rendendo circolare la nostra economia, accelerando il percorso verso la vera transizione energetica ed ecologica.
Come scienziati del clima siamo pronti a fornire il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete che siano scientificamente fondate, praticabili ed efficaci, ma chiediamo con forza alla politica di considerare la crisi climatica come un problema prioritario da affrontare, perché mina alla base tutto il nostro futuro.
Ci aspettiamo dunque elaborazioni di programmi politici approfonditi su questi temi e una pronta azione del prossimo governo sul tema della lotta alla crisi climatica e ai suoi impatti.

3 agosto 2022

Primi firmatari:
Carlo Barbante, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Università Ca’ Foscari, Venezia; Carlo Carraro, Università Ca’ Foscari, Venezia; Antonio Navarra, Università di Bologna, Centro EuroMediterraneo per i Cambiamenti Climatici, Lecce; Antonello Pasini, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma, SISC Società Italiana per le Scienze del Clima; Riccardo Valentini, Università della Tuscia, Viterbo, e Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima

Link: Infografica_Earth_Overshoot_Day_1971-2022.pdf

Link: Infografica_Country_Overshoot_Day_2022.pdf

Per la Redazione - Serena Moriondo