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Copertina Report I fiuli e la cittàMolte delle città più grandi e influenti che conosciamo oggi, sorgono accanto ai fiumi, e Roma non è un'eccezione. Senza il Tevere e l'Aniene chissà se Roma sarebbe mai esistita. Lo stesso Virgilio nell'Eneide arrivò a definire il fiume Tevere "Genitor Ubis".

I fiumi e la città è il racconto della seconda campagna di monitoraggio partecipato dei fiumi di Roma, quest’anno dedicata ai fiumi Tevere e Aniene. Realizzata da attiviste e attivisti ambientali e associazioni di cittadine e cittadini, curata da A Sud Ecologia e Cooperazione Odv e l’associazione Insieme per l’Aniene Aps. Del fiume Tevere, in modo specifico, e della "Carta del Fiume delle ragazze e dei ragazzi" ne avevamo parlato nell'articolo "Paesaggi fluviali e scenari urbani" del 30 giugno 2022.

La campagna del progetto RomaUp, della durata di 11 mesi, ha visto la partecipazione sul fiume Tevere di 70 attivisti e di 10 associazioni, con un totale di 616 analisi condotte e 7 punti di campionamento analizzati. Per quanto riguarda l’Aniene, invece, la campagna ha visto la partecipazione di 60 ragazzi per un totale di 495 analisi condotte su cinque punti di campionamento, identificati tutti all’interno della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, tra il G.R.A e la confluenza con il fiume Tevere.

La campagna parte da un assunto: nei contesti urbani, fortemente antropizzati, risulta più evidente l’impatto dell’erosione degli ecosistemi e le conseguenze dirette sulla salute umana. L’inquinamento dell’acqua, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), così come quello di altre matrici ambientali, svolge un ruolo determinante per la salute umana e non umana. Questa posizione è in linea con l'approccio One Health, recentemente adottato dalle principali istituzioni sanitarie. Tale visione si basa sulla convinzione che la salute degli esseri umani, degli organismi non umani (piante, animali, funghi, batteri…) e dell’ambiente siano strettamente interconnesse.

Ad oggi, le normative ambientali sono certamente più rigorose e il miglioramento degli strumenti di monitoraggio ha consentito di rilevare nuove classi di contaminanti, eppure il nostro bagaglio di conoscenze sullo stato di salute dell’ecosistema rimane ancora limitato. Molto frequentemente i dati ambientali istituionali sono assenti, non aggiornati, frammentati o comunque non disponibili. Questo impedisce alle comunità locali di essere informate e quindi consapevoli delle ingiustizie ambientali (e sociali) che si consumano sul loro territorio e, conseguentemente, di avere voce in capitolo riguardo le decisioni. Spesso infatti le situazioni di degrado ambientale sono il riflesso di territori abbandonati dalle istituzioni e di comunità in condizioni di marginalità, dove le ingiustizie ambientali si intrecciano ed esasperano i già presenti fenomeni di disuguaglianza ed esclusione sociale. In questo contesto si inserisce il progetto RomaUp, che per il secondo anno consecutivo si è posto l’obiettivo di costruire ponti tra realtà sociali, che si occupano e che si preoccupano della salute ecologica della Capitale, e il mondo della ricerca, le istituzioni e le autorità politiche. 

Quella che propone il progetto è, in sostanza, "scienza partecipata", dove le persone rifiutano un ruolo passivo e diventano protagoniste superando il senso di impotenza derivante dalla mancanza di voce durante le decisioni pubbliche. Questa forma di citizen science (definita estrema o reattiva) si differenzia dall’approccio tradizionale, coinvolgendo, in tutte le fasi del progetto, comunità attive che si avvicinano alla scienza e ai suoi strumenti e metodi, per intervenire in modo più efficace sul loro territorio. Un metodo che ha diversi aspetti in comune con la contrattazione territoriale dei "due welfare, delle persone e del territorio", che l'Associazione Nuove Ri-Generazioni porta avanti dalla sua costituzione, nel 2020.

Il Report, ricco di riflessioni e dati scientifici, di fronte ai risultati pervenuti in tutti i punti campionati che rilevano situazioni che impattano negativamente sullo stato di salute dell’ecosistema, in particolare insediamenti spontanei, scarichi di rifiuti, aree abusivamente adibite alla coltivazione privata ed altre situazioni che andrebbero monitorate soprattutto per un’eventuale correlazione all’inquinamento del fiume stesso, si conclude con alcune importanti raccomandazioni:

  • servono dati ambientali migliori, continui, completi e fruibili;
  • è necessario riconoscere il contributo indipendente alla raccolta dati;
  • è  urgente valorizzare la rete civica che si prende cura dei fiumi.

Link: Report divulgativo "I fiumi e la città 2022/2023" 

Link: Allegato tecnico al Report divulgativo

Linj: Report scientifico "I fiumi e la città 2022/2023"

Per la Redazione - Serena Moriondo