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Immagine constructionL’edizione 2023 del Rapporto “Lo stato dell’edilizia abitativa in Europa”,  evidenzia il ruolo cruciale dell’edilizia pubblica, cooperativa e sociale nel guidare una transizione energetica equa e nell’affrontare la crisi del costo della vita che sta colpendo molte famiglie. Un aspetto più volte affrontato dall'Associazione Nuove Ri-Generazioni, anche recentemente, approfondendo le opportunità da cogliere in tema di riqualificazione urbana ed edilizia, e di comunità energetiche (vd. gli opuscoli "La sostenibilità delle costruzioni, la costruzione della sostenibilità" e "Comunità energetiche, quando la rigenerazione passa attraverso l'energia pulita"). 

Il report realizzato da Housing Europe, la Federazione Europea dell’Edilizia Pubblica, Cooperativa e Sociale, mette in evidenza che, nonostante siano stati compiuti progressi, sono ancora necessari sforzi sostanziali per migliorare l’efficienza energetica e l’accesso ad alloggi a prezzi accessibili. Sebbene, infatti, le risorse dell’UE siano fondamentali nel finanziamento di progetti di ristrutturazione e costruzione, l’aumento dei costi pone delle sfide. Misure come la riduzione degli affitti e il sostegno alle bollette energetiche dovrebbero essere adottate dal sistema di offerta dell'edilizia sociale per aiutare i residenti a far fronte all’inflazione e al costo della vita.

La pubblicazione presenta molti sviluppi che nessuno avrebbe ritenuto possibili. Immagine demolition 480x480La situazione causata dalla pandemia globale è stata intensificata da una guerra, una nuova ondata migratoria e una crisi energetica, ora ulteriormente peggiorata dall'impennata del conflitto istraelo-palestinese. I dati raccolti da 17 paesi confermano le circostanze allarmanti, ma allo stesso tempo forniscono soluzioni che sono state applicate all’interno del settore come risposta a tutti questi fattori.

Il testo di 96 pagine, si suddivide in tre capitoli, il primo si occupa di fare il punto su dove siamo e dove siamo diretti in relazione all'edilizia pubblica; il secondo di confrontare tendenze e risposte del settore in relazione alla crisi energetica e al costo della vita; il terzo fa un quadro in evoluzione del settore a livello europeo. Nello specifico: la necessità di affrontare il livello ancora basso di investimenti pubblici nello sviluppo edilizio e in particolare nell’edilizia a prezzi accessibili (come sottolineato dall'OCSE, gli investimenti pubblici nello sviluppo edilizio si sono dimezzati dal 2001, più specificamente, il momento che ha visto un netto calo del sostegno finanziario pubblico è stato il 2009, durante la crisi finanziaria globale ma in molti paesi europei il livello della spesa pubblica per lo sviluppo edilizio è ancora inferiore al livello del 2009). Un’altra caratteristica importante del contesto economico è l’inflazione, in particolare il forte aumento dei costi di costruzione e ristrutturazione iniziato nel 2021 come conseguenza delle interruzioni della catena di approvvigionamento dovute alla pandemia di COVID 19 e culminato alla fine del 2022 in seguito dell’invasione dell’Ucraina.

Infografica Report UE case popolariIl patrimonio abitativo sociale, pubblico e cooperativo mostra spesso una performance migliore di quella puramente privata. Prendendo l'esempio della Francia, il 46% del patrimonio di alloggi sociali si qualifica come classe energetica A, B o C, rispetto a solo il 25% del totale delle abitazioni.

La situazione rilevata per l'Italia nell'infografica a lato, disegna un quadro decisamente meno favorevole: oltre la metà degli edifici disponibili sono di classe F e G, il che indica che il livello di efficienza energetica delle abitazioni in Italia è relativamente basso. L'edilizia pubblica in affitto (Edilizia Residenziale Pubblica o ERP) è stimata a circa il 3,5% del patrimonio immobiliare totale del Paese. Si tratta di circa 900.000 unità gestite da società di edilizia pubblica e da Comuni. Non sono disponibili informazioni centralizzate sulla prestazione energetica delle case popolari, tuttavia la necessità di ristrutturare le case popolari è diffusa, al punto che circa il 10% del parco è attualmente sfitto.

Inoltre, esiste un piccolo e relativamente nuovo settore dell’edilizia sociale costruito dopo il 2009 e finanziato dal Fondo investimenti per l’abitare, FIA. Attualmente è composto da 7.500 unità abitative in edifici plurifamiliari. di cui oltre 2/3 offerti con formule di canone agevolato e il restante 1/3 in vendita agevolata o rent-to-buy. Il patrimonio immobiliare del SIF aumenterà nei prossimi anni, con l'obiettivo di creare un totale di 20.000 unità di cui 8.000 previste nel 2024. Trattandosi di progetti sviluppati negli ultimi 15 anni, la maggior parte del patrimonio immobiliare si presenta in buono stato dal punto di vista energetico, appartenendo in generale ad una classe EPC A/B. La maggior parte di questo stock fa affidamento su una quota di fonti energetiche rinnovabili, come stabilito dalla legge. Per gli edifici con licenza edilizia ottenuta prima del 2017 la quota richiesta era del 35%; se la licenza edilizia è stata ottenuta tra il 2017 e il 2022 cresceva al 50% e dal 2022 è ora al 60%. In generale, per progetti di media o grande scala (più di 100 unità) sono presenti più fonti nello stesso progetto con un mix di teleriscaldamento quando è disponibile un termovalorizzatore sul territorio o pompe geotermiche. Per i progetti su piccola scala, l’energia viene solitamente fornita tramite pompe geotermiche o caldaie a gas naturale ad alta efficienza.

Immagine Leftover EquipmentLegacoop, in collaborazione con Banca Etica e la piattaforma di crowdfunding Ecomil, ha lanciato un'iniziativa per sostenere la creazione di comunità energetiche attraverso supporto tecnico e finanziamenti dedicati. Recenti sono anche le iniziative per la costituzione di comunità energetiche nei condomini gestiti da società di edilizia pubblica

Tuttavia, come è ben comprensibile dalla lettura del Rapporto, è ancora necessario uno sforzo significativo. I finanziamenti pubblici sono stati resi disponibili in alcuni Paesi attraverso l'uso di risorse dell'UE da fondi dei PNRR (ad esempio in Belgio, Spagna e Italia), rappresentando per alcuni fornitori di alloggi un'opportunità di finanziamento senza precedenti in un contesto di elevata incertezza. Tuttavia, il contesto attuale è caratterizzato da costi sempre più insostenibili per la costruzione e la ristrutturazione, a cui si è aggiunto un aumento del costo del finanziamento.

Questi elementi combinati stanno causando il rinvio o il ritardo di molti progetti se non addirittura di un calo evidente  In Germania, ad esempio, ciò probabilmente si tradurrà in una riduzione di un terzo rispetto alle attività pianificate nel corso del prossimo anno. Le carenza di alloggi sociali e a prezzi accessibili arrivano in un momento in cui i cittadini europei stanno già lottando per far fronte all’aumento dell’inflazione, all’aumento dei tassi di interesse, al divario tra redditi e costo degli alloggi, dell'energia e del cibo.

Immagine escavatore obra civilChristian Krainer, vicepresidente dell’Osservatorio di Housing Europe e rappresentante di GbV, in Austria, ha spiegato che è il momento di accelerare la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento, costruendo allo stesso tempo nuovi alloggi a prezzi accessibili. In termini di soluzioni da adottare, ritiene che l'approccio distrettuale dovrebbe essere prioritario rispetto a quello monoedificio e mette in evidenza innovazioni tecniche come la costruzione modulare come una via da seguire.

Laurent Ghékière, presidente dell’Osservatorio per l’edilizia abitativa e capo degli affari dell’UE, l’Union Social pour l’Habitat, sottolinea che “l’UE può e dovrebbe rafforzare il suo contributo finanziario per risolvere la crisi abitativa, rafforzando il lavoro effettivo della Banca europea per gli investimenti (BEI), il buon livello di utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei (politica di coesione) e infine, nel prossimo futuro,  l’uso delle entrate generate dal sistema di scambio di emissioni dell’UE."

* Housing Europe, la Federazione Europea dell’Edilizia Pubblica, Cooperativa e Sociale,  è costituita dal 1988 da una rete di 42 federazioni nazionali e regionali, nonché 15 organizzazioni partner in 31 paesi europei. Insieme gestiscono circa 25 milioni di case, circa l’11% delle abitazioni esistenti in Europa.

Link: Il Report THE STATE OF HOUSING IN EUROPE 2023

Per la Redazione - Serena Moriondo