L’European Institute for Gender Equality, organismo autonomo dell’Unione Europea che vuole contribuire a rafforzare e promuovere la parità di genere, ogni anno pubblica un report sulla parità di genere. Il 25 ottobre è stata pubblicata l’edizione relativa al 2022. In estrema sintesi questa la conclusione: l’Unione Europea fa passi avanti, mentre l’Italia resta indietro.
Con questa premessa che dimostra che il nostro Paese si posiziona ancora al di sotto della media europea e di tutti i Paesi europei appartenenti ai vertici G7 e G20, e dopo che il 9 ottobre 2023 il premio Nobel per le Scienze economiche è stato assegnato all'economista del lavoro, Claudia Goldin, per aver dimostrato che questi divari di genere non possono essere attribuiti semplicemente alle "scelte" o alle "preferenze" delle donne (vd. Il premio Nobel per l'economia a C.Goldin) , riteniamo utile segnalarvi l'articolo di particolare interesse di Micaela Vitaletti dal titolo "Gender pay gap? Questione di tempo" per la rivista InGenere.
La storia economica delle donne, raccontata attraverso i dati a partire dal XIX secolo, costituisce per Goldin anche il mezzo per interpretare il presente. (..) Si interroga sulla dilatazione dell'orario di lavoro, ponendo molte questioni: è dovuta a una effettiva esigenza di produttività o a un privilegio manageriale? La disponibilità a lavorare per molte ore costituisce il segnale di un maggior impegno del lavoratore oppure una propensione indotta dalla necessità di occupazione? L'iperspecializzazione e la riduzione dei costi incide sul tempo di lavoro? In questi termini, intervenire sulla distribuzione dei carichi familiari per incentivare la presenza femminile nel mercato appare una soluzione parziale che non sembra tener conto dell'evoluzione della dimensione familiare, spesso disgregata e monogenitoriale.
Link: Gender_Pay_Gap_Una_questione_di_tempo.pdf
Per la Redazione - Serena Moriondo