A pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Ambiente e durante la III Conferenza Oceani (Limerick, 5 – 8 giugno 2023), nell’ambito del Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile (2021-2030), si celebra l’8 giugno, giorno dell’Anniversario della Conferenza Mondiale dell'ONU su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro, il World Oceans Day (la Giornata mondiale degli oceani), il cui focus quest’anno è “Pianeta Oceano: le maree stanno cambiando”.
Dal 50 all'80 per cento della vita sulla Terra si trova nell'oceano. Per secoli l'oceano, che è il sistema di supporto vitale del pianeta, è stato considerato troppo vasto per fallire e le sue risorse così infinite da poter essere sfruttate imprudentemente. Man mano che questi presupposti svaniscono ed emerge la consapevolezza globale del punto di svolta dell'oceano, delle sue risorse limitate e della crescente vulnerabilità ai cambiamenti climatici, all'inquinamento e alla perdita di biodiversità, la necessità di affrontare la crisi oceanica nel contesto più ampio del raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) ora richiede approcci e soluzioni integrate urgenti.
Le stime indicano che il valore dell'economia oceanica varia tra i 3.000 e i 6.000 miliardi di dollari all'anno, sostenendo almeno 150 milioni di posti di lavoro diretti in un'ampia gamma di settori, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, pesca, acquacoltura, trasporti marittimi, turismo, energia eolica offshore, petrolio e gas, estrazione mineraria e biotecnologia marina. È anche fondamentale per la sicurezza alimentare globale, contiene habitat ricchi di biodiversità, fornisce servizi ecosistemici inestimabili e assorbe quantità significative di calore e anidride carbonica.
Solo nel 2020, il valore delle esportazioni di beni e servizi oceanici è stato di 1,3 trilioni di dollari, che rappresenta circa il 6% del commercio globale (il commercio globale totale nel 2020 è stato di 23 trilioni di dollari). Le esportazioni di beni oceanici sono stimate a 681,4 miliardi di dollari e le esportazioni di servizi oceanici a 628,2 miliardi di dollari, a dimostrazione della loro importanza come cluster commerciabile chiave. Europa, Asia e Americhe sono i principali esportatori.
Sfortunatamente, l'oceano è sottoposto a un'immensa pressione da un'ampia gamma di modelli insostenibili che coinvolgono le attività umane, sia sulla terraferma che in mare. Queste attività inquinano l'oceano con liquami, contaminanti minerali e organici, rifiuti, plastica e scarichi agricoli. La rapida urbanizzazione delle zone costiere aggrava ulteriormente l'inquinamento, la perdita di habitat e la pressione sulle fragili risorse marine e sugli ecosistemi.
La gestione inefficace della pesca e la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) hanno provocato la pesca eccessiva e il collasso di molti stock ittici. Il cambiamento climatico sta causando il riscaldamento globale, l'innalzamento del livello del mare e l'acidificazione degli oceani, tutti fattori che esacerbano la pressione su molte preziose specie marine, habitat ed ecosistemi. Di conseguenza, gli ultimi decenni hanno visto l'oceano diventare più caldo, tempestoso, più acido, elevato e povero di ossigeno, oltre che meno prevedibile e resistente.
Come abbiamo visto l'oceano offre significativi benefici sociali, economici e ambientali all'umanità e al pianeta. Al momento, però, non esiste una definizione comunemente accettata di "economia oceanica sostenibile". In occasione del 3° Forum delle Nazioni Unite sul Commercio(8-9 maggio 2023), con la pubblicazione del Report "Costruire un'economia oceanica sostenibile e resiliente oltre il 2030" è stata ribadita la necessità di affrontare il ruolo trasversale attuale ed emergente dell'oceano nel promuovere la crescita economica, l'inclusione sociale e la sostenibilità ambientale.
Questa giornata costituisce dunque un ulteriore occasione per riflettere sui benefici che gli oceani sono in grado di fornirci e il dovere di interagire con gli oceani in modo sostenibile, affinché siano soddisfatte le attuali esigenze, senza compromettere quelle delle generazioni future così come è indicato da Goal 14 - Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile, dell'Agenda 2030.
Nonostante la totale dipendenza dell'umanità da esso e rispetto all'ampiezza e alla profondità di ciò che ci offre, l'oceano riceve in cambio solo un frammento della nostra attenzione e delle nostre risorse. L'Associazione Nuove Ri-Generazioni ha, in più occasioni,affrontato questo tema e lo ha messo in stretta relazione non solo all'inquinamento ("Mar Mediterraneo: trappola di Plastica"; "Finalmente approvata la legge salvamare"; "Le lacrime dei pesci non si vedono") ma anche alle opportunità economiche e occupazionali che il mare è in grado di offrirci ("Porti - Moriondo 30062021").
Siamo un Paese di mare e per il sistema portuale e logistico italiano ciò rappresenta grandi potenzialità e presupposti per il rilancio del nostro Paese. Digitalizzazione e automazione trasformeranno il modo in cui i porti e i loro operatori gestiscono il traffico merci e passeggeri; le mutate condizioni climatiche stanno condizionando le migrazioni via mare e con questi viaggi si moltiplicano le tragedie, come quelle di Cutro.
Si apre una stagione nuova di confronto e contrattazione anche per la rigenerazione delle città che si affacciano sul mare. Perchè il mare è trasversale rispetto ai grandi temi dello sviluppo: mobilità sostenibile, efficienza energetica, istruzione, qualità del prodotto Made in Italy, qualità della filiera alimentare, occupazione, sicurezza, turismo, qualità ambientale e salute. Per questo è importante la sua salvaguardia.
#OceanFirst è l’hashtag da utilizzare sui social per unirsi alla campagna mondiale a favore degli oceani lanciata dall’ONU con l’obiettivo di amplificare la consapevolezza della sua importanza.
Per la Redazione - Serena Moriondo