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Foto nil castellvi unsplashdi Serena Moriondo

Il Consiglio municipale di Parigi ha adottato, lo scorso 5 giugno, il suo Plan Local d’Urbanisme Bioclimatique (Piano Urbano Bioclimatico Locale), la cui adozione definitiva è prevista, dopo l'esame da parte del Governo francese, a fine 2024. I Piani di Occupazione del suolo (P.O.S.) e i Piani Regolatori di Zona (P.A.Z.) sono stati sostituiti dai Piani Urbanistici Locali (P.L.U.) dopo l'approvazione, nel 2000, della Loi Solidarité et Renouvellement Urbains. Una revisione importante del documento urbanistico era quindi necessario per tenere conto dell'evoluzione del contesto urbano, degli obiettivi della Città di Parigi e le aspettative dei parigini.


Il nuovo Piano promette di adattare la città ai cambiamenti climatici entro il 2035-2040, continuando il suo impegno per agevolare la realizzazione di alloggi sociali in una città dove, in dieci anni, 123.000 parigini hanno scelto di andare ad abitare al di fuori della capitale, a causa dei costi eccessivi delle abitazioni. Un elemento in comune a molte metropoli. A tal proposito segnaliamo l'articolo pubblicato sul questo sito dal titolo "La casa: un problema aperto anche nella moderna e attraente Milano".

Il testo, di ben 3000 pagine, è frutto di due anni di trattative tra i componenti della coalizione di maggioranza guidata dalla Sindaca Anne Hidalgo, di una consultazione pubblica e di approfonditi studi con il contributo anche degli studenti di urbanistica, architettura e scienze politiche per pensare insieme la Parigi di domani. Il PLU sarà il riferimento per l'approvazione dei permessi edilizi e urbanistici futuri. L’obiettivo dichiarato è quello di  "Definire gli orientamenti della capitale per i prossimi 15 anni, in particolare conciliando le risposte all’emergenza climatica e il miglioramento dell’ambiente di vita dei parigini", per raggiungere i 10 m2 di verde per abitante.  

Parigi, in sostanza, si sta preparando ad un grande cambiamento. In un ambiente dove il riscaldamento globale ha ripercussioni concrete sulla vita quotidiana della popolazione, e dove l’alloggio rimane una priorità, Parigi intende già definire la sua visione di quello che sarà tra 10 anni. Questo richiede la revisione delle sue regole urbanistiche. Il futuro PLU bioclimatico lavorerà per rendere Parigi una città a emissioni zero entro il 2050, incoraggiando edifici a basse emissioni di carbonio, lo sviluppo di energie rinnovabili e un approccio rifiuti zero. Si tratterà, sostieme l'Amministrazione di Parigi, sia di essere una città più sobria che privilegia il rinnovamento e l’edilizia a basse emissioni di carbonio, una città più rispettosa dell’ambiente che preservi la natura e la biodiversità, ma anche una città più adatta al cambiamento climatico, che saprà far fronte in particolare alle ondate di calore. Sul fronte abitativo, Anne Hidalgo ha dichiarato di voler promuovere un modello di città unita e mista dal punto di vista socio-demografico. Per questo la città si prefigge di incoraggiare l’attività produttiva e garantire la presenza di aree attrezzate e servizi il più vicino possibile ai cittadini, valorizzando la propria identità urbana e il patrimonio architettonico e degli ecosistemi vegetali e faunistici.

Il PLU bioclimatico prevede che in futuro ci saranno un grande parco metropolitano a nord di Parigi: 15 ettari di spazi da sviluppare per arrivare a creare una cintura verde di oltre 25 ettari che attraversi il 18° e il 19°arrondissement; 10 parchi in connessione con le aree metropolitane a Bercy-Charenton, Messageries, Porte de Montreuil, Porte de la Villette, Chapelle-Charbon, ecc; la protezione di spazi verdi protetti, 100.000 alberi lungo le strade e spazi aperti nel territorio. La previsione, in una zona caratterizzata da “Déficit en végétal” nella quale siano rafforzati gli obiettivi di territorio aperto, di una compensazione in caso di inevitabile abbattimento di alberi. La creazione di una zona non edificabile intorno alla tangenziale in attesa della sua trasformazione e una massiccia piantumazione di alberi sugli argini. Produzione di energia rinnovabile obbligatoria per tutti i progetti oltre i 1000 m2. L’utilizzo di materiali e processi costruttivi a ridotto impatto di carbonio. Fine dei condizionatori dell’aria individuali e obbligo di allacciamento al servizio pubblico energeticoCPCU e Climespace.

Il PLU bioclimatico sistematizzerà l’uso dei tetti verdi applicando un “tasso di vegetazione” minimo degli edifici. Saranno previsti incentivi per lo sviluppo di tetti biosolari che dovrebbero consentire lo sviluppo dell’agricoltura urbana. Si tratterà anche di rendere agibili i terrazzi. Il Piano pone, inoltre, il pedone al centro dei progetti urbani (aree intorno alle scuole, trasformazione dei parcheggi, tema di cui vi avevamo già parlato nell'articolo "Parigi, una città a misura dei più piccoli..ma non solo").

Ma il PLU bioclimatico punta anche a "Consentire a tutti di trovare un alloggio promuovendo l’ospitalità, la solidarietà, la diversità dei quartieri e l’uguaglianza sociale. L’obiettivo è raggiungere il 40% di alloggi pubblici a Parigi entro il 2035, di cui il 30% di alloggi sociali e il 10% di alloggi a prezzi accessibili. Gli effetti delle future regole riguarderanno quindi il numero di unità abitative disponibili, la diversità dei gruppi beneficiari e il prezzo di mercato, in particolare nei settori deficitari".

Infografica edilizia popolare a ParigiCome sostiene l'amministrazione cittadina non si impedirà la costruzione ma si punterà di più "sulla trasformazione ”. L'aumento dell'imposta sugli immobili deciso a fine 2022 dovrà consentire il raggiungimento di questo traguardo. E qualsiasi edificio per uffici di oltre 5.000 mq costruito o ristrutturato dovrà destinare il 10% della sua superficie alla creazione di abitazioni, un “mix funzionale” che però, secondo quanto riportato dal quotidiano Le Figaro 5/06/2023, non piace alla destra.

In seguito alle aspre critiche causate nel 2021 dall’inizio dei lavori per la costruzione di “Tour Triangle”, l’enorme piramide progettata da Herzog & de Meuron e il cui completamento è previsto per il 2026, Parigi ha reimposto un limite di altezza per i nuovi edifici, che non dovranno superare i 37 metri, o i 12 piani. La “Torre Triangolo” di 42 piani, pensata per ospitare uffici, un hotel di lusso e spazi commerciali che dovrebbe sorgere vicino al polo fieristico Paris Expo Porte de Versailles, parco delle esposizioni creato nel 1923 nel 15esimo arrondissement, è stata infatti aspramente criticata dai gruppi ambientalisti definendola “un’aberrazione ecologica”. L’associazione SOS Paris ha fatto notare che la costruzione della torre richiederà almeno quattro volte le quantità di ferro e cemento di un normale edificio urbano e che la sua forma irregolare gli farà consumare molta più energia.

Nella storia umana, il grattacielo non è il primo esempio di costruzione a raggiungere altezze elevate. Il Faro di Alessandria, costruito nel III secolo a.C. è stato stimato che avesse un'altezza di 100 metri; la Piramide di Cheope, aveva un'altezza, al momento della costruzione, di 146,6 m; il campanile del duomo di Cremona supera i 112 metri. Diverse cattedrali gotiche del nord Europa toccano i 150. L'elenco sarebbe alquanto lungo.
L'antropologo Marino Niola ha scritto che: "Una città non è mai una mera  realtà fisica. È sempre una forma simbolica che incarna la visione del mondo di chi l’ha costruita nel tempo e di chi continua incessantemente a ricostruirla. Molte città antiche nascevano a immagine di un ordine celeste che veniva tradotto in disegno politico-religioso. Le metropoli contemporanee, invece, sono l’immagine spaziale della speculazione finanziaria, il business che prende forma urbana. Come dire che gli edifici sparati verso il cielo dalle archistar traducono in edilizia il sogno della crescita infinita."

La decisione attuale, quindi, di consentire la realizzazione di case alte al massimo 12 piani è un atto nuovo, fa parte di un nuovo modo di concepire le città e la sostenibilità degli ambienti urbani. Per questo l'amministrazione parigina ha deciso di ripristinare la legge di pianificazione urbana – in vigore fino al 2010 – introdotta nel 1977 in seguito alla costruzione di “Tour Montparnasse” – il grattacielo per uffici alto 210 metri di Eugène Beaudouin, Urbain Cassan, e Louis Hoym de Marien.

La Sindaca Anne Hidalgo ha dichiarato "C'est fait, Paris adopte le premier acte de son Plan Local d'Urbanisme bioclimatique ! Très fière de la majorité municipale qui porte cette vision commune et ambitieuse pour relever les défis majeurs du siècle : une ville toujours plus verte et toujours plus solidaire."

Ha, indubbiamente, ragione di essere orgogliosa di questo risultato. A Paris Métropole dicono: "2030? E’ già domani!"

* Foto in alto di Nil Castellvi su Unsplash 

* Foto in homepage di Siebe Warmoeskerken su Unsplash