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Con l'obiettivo di affrontare le pressanti sfide globali derivanti dai rischi ambientali, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie,  ha presentato una piattaforma che include molte indicazioni presenti nel libro Integrating Health in Urban and Territorial Planning e nella pubblicazione Supporting a healthy planet, healthy people, and Health Equity through Urban and Territor Planning per porre la salute al centro della pianificazione urbana e territoriale

Il progetto, realizzato con l’esperienza dei professionisti della sanità pubblica, è rivolto a governi nazionali e autorità locali,  architetti del paesaggio, ingegneri, professionisti della salute pubblica come medici, infermieri, operatori sanitari professionisti nella pianificazione e progettazione urbana e della sanità pubblica, organizzazioni di rappresentanza sociale e alla società civile. Il fine è la creazione di ambienti più sani e migliorare il benessere in tutto il mondo.

Per affrontare la sfida di navigare nel panorama vasto e in continua espansione delle risorse sulla sanità e sulla pianificazione urbana, la directory è stata concepita come un archivio centralizzato. Il suo obiettivo principale è aggregare tutte le risorse in un'unica piattaforma accessibile. Riconoscendo le difficoltà nel reperire risorse rilevanti, la procedura rende più semplice per gli utenti trovare ciò di cui hanno bisogno.
Il documento include:
- strumenti che quantificano l’impatto sanitario e/o socioeconomico della pianificazione e progettazione delle aree urbane dal punto di vista sanitario;
- la descrizione delle iniziative di successo; 
- materiali formativi e webinar su pianificazione urbana e salute.

L'OMS, insieme al Centro per la salute globale presso la Scuola di sanità pubblica di Dalla Lana (Università di Toronto) e UN-Habitat ne cureranno l'aggiornamento, riflettendo gli ultimi progressi e approfondimenti nel campo.

Gli ambienti in cui viviamo e interagiamo svolgono, infatti,  un ruolo fondamentale nel modellare i nostri risultati in termini di salute. 

Molte città affrontano minacce per la salute legate alla pianificazione urbana e territoriale. Le malattie infettive, ad esempio, prosperano nelle città sovraffollate o in cui vi è un accesso inadeguato alle strutture idriche e igienico-sanitarie .Vivere in ambienti malsani ha ucciso 12,6 milioni di persone nel 2012 e l’inquinamento atmosferico ha ucciso 7 milioni di persone nel 2016, e la situazione è in netto peggioramento.

A livello globale, oggi, un allarmante 24% dei decessi umani sono attribuiti a rischi ambientali, che potrebbero essere prevenuti attraverso ambienti più sani. Questi rischi comprendono un’ampia gamma di fattori tra cui, ma non solo, l’inquinamento atmosferico, le sfide nella gestione dei rifiuti, la disponibilità di spazi naturali, la resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici e l’accesso a cibo nutriente e a prezzi accessibili.

Ciascuno di questi elementi caratterizza i nostri spazi abitativi, influenza i nostri comportamenti quotidiani e svolge un ruolo sostanziale nella nostra esposizione a rischi ambientali compromettenti la salute. L’interconnessione dell’inquinamento atmosferico con altri rischi ambientali e sociali evidenzia i molteplici vantaggi di azioni mirate e coordinate tra loro: la riduzione dell’inquinamento atmosferico non solo affronta i suoi impatti diretti sulla salute, ma mitiga anche i relativi rischi ambientali e climatici.

Il modo in cui pianifichiamo e costruiamo le nostre città, paesi o quartieri gioca, dunque, un ruolo importante nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie. Questo tema è stato approfondito in varie occasione dalla nostra Associazione ("La giusta transizione alla greeen economy" del 29.01.2024;  "Pianificare la complessità: resilienza, adattamento, accessibilità, inclusione" del 24.10.2023; "Progettare le città: riguarda tutti" del 4.04.2023; ecc.)

Questo approccio incentrato sulla salute nella pianificazione non è solo un’opzione ma una necessità, garantendo che ogni aspetto dello sviluppo urbano e territoriale contribuisca alla creazione di spazi che favoriscano e mantengano una vita sana.

Oltre la metà della popolazione mondiale vive ora nelle città ed entro il 2050 si prevede che si raggiungerà il 70% di presenze. Tuttavia, il 75% delle infrastrutture che saranno necessarie non è ancora stato costruito. Ciò rappresenta un'opportunità per costruire aree urbane trasformative:oltre gli amministratori locali, anche  i sindacati, come le rappresentanze imprenditoriali, che seguono settori quali, ad esempio, la sanità, i trasporti, il commercio e naturalmente le costruzioni, hanno il dovere, non solo la possibilità, di collaborare a tale progetto.

* In homepage Foto di Luca Vavassori su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo